Olmo di casa Mordini
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Ulmus glabra (Ulmaceae)
Nella piccola borgata di Casa Mordini cresce da mezzo secolo un olmo montano, considerato il più vecchio d’Italia e uno tra i più vecchi d’Europa. Con la sua circonferenza di 6,8 m e un’altezza di 30m è forse anche il più grande olmo d’Italia.
Il secolare albero cresce accanto a un piccolo oratorio, dedicato alla Madonna di Monte Nero, costruito nel 1719. Con il passare degli anni l’olmo si trova ormai addossato alla parete dell’oratorio e uno dei suoi rami spinge sul tetto.
A circa 2 metri da terra il fusto principale dell’olmo si divide in più fusti secondari che vegetano in una stupenda chioma verde ogni anno.
Le condizioni fitosanitarie dell’olmo sono buone, dopo due interventi di salvaguardia effettuati nel 2008 e successivamente nel 2015. L’ultimo intervento in particolare ha previsto la potatura accurata della chioma, la disinfezione e la rimozione dell’eccessivo muschio.
Questo maestoso olmo riveste un ulteriore importanza in quanto è uno dei pochi olmi a non essere stato colpito dalla grafiosi, malattia che porta alla morte di centinaia di esemplari della specie.
Come raggiungerlo:
Partendo da Modena si raggiunge il paese di Pievepelago e da qui la deviazione per Passo Radici. Dopo due chilometri si gira a sinistra verso il Lago Santo e la località di Tagliole. A Tagliole si può parcheggiare e proseguire a piedi per la borgata di Casa Mordini fino all’oratorio e al suo verde patriarca.
Scheda botanica dell’olmo montano:
Specie Europeo-Caucasica, è diffusa in quasi tutto il territorio italiano principalmente nel piano montano fino ai 1600 m di quota.
L’olmo di montagna è considerato specie miglioratrice del suolo in quanto le sue foglie sono ricche di proteine.
La specie può formare piccoli gruppi di alberi, si adatta bene a vivere in presenza sia di latifoglie eliofile sia di specie sciafile, l’importante è che il terreno sia fertile, fresco e ben areato.
Le foglie dell’olmo montano erano usate un tempo come foraggio per il bestiame. Il legno è oggi utilizzato soprattutto in marineria, data la sua lunga durata a contatto con l’acqua e la sua resistenza meccanica (è un legno quasi impossibile da rompere).
L’omo è una specie soggetta all’attacco di un fungo che provoca una malattia mortale per la maggior parte delle piante di questa specie, la grafiosi dell’olmo. Per fortuna l’olmo di montagna risulta essere più resistente di quello campestre alla malattia, probabilmente perché si riproduce solo per seme e non per polloni come quest’ultimo.
FOTO: http://www.museomummieroccapelago.com/il-territorio/tagliole/
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41027 Pievepelago(MO)