Castagno “Miraglia”
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Castanea sativa (Fagaceae)
Nel magnifico Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, a pochi passi dal monastero di Camaldoli, si erge in tutta la sua bellezza un castagno. Quest’albero si trova isolato all’interno di una radura nel bosco e le sue dimensioni sono sorprendenti, la circonferenza del tronco è di 8.50 m e l’altezza è di 19 m. Come altri esemplari di questa specie è molto longeva, con un’età stimata di 500 anni.
Quello che però incanta il visitatore è l’enorme cavità all’interno del fusto con un diametro di 2 m si prolunga per l’intera altezza del tronco. Il fusto inoltre appare come avvitato su sé stesso in senso antiorario.
Secondo la leggenda il nome deriva da un ammiraglio ormai in pensione, che intorno alla prima metà del 900 era solito passare gran parte delle sue giornate ammirando il grande castagno, da un gioco di parole tra l’azione “ammirare” e ammiraglio nacque il nome di castagno Miraglia.
La spiegazione più banale e di certo meno affascinante della precedente, vuole che il nome derivi dalla signora Elena Miraglia, moglie del comandante Miraglia che era solita passare il tempo ricamando all’interno del tronco del castagno, dove lei stessa aveva posto un tavolino e delle sedie.
Recentemente, per ridurre il continuo calpestio del terreno intorno all’albero, la Direzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ha posto una recinzione.
Come raggiungerlo:
Dal comune di Poppi (AR) si seguono le indicazioni per Moggiona e il Monastero di Camaldoli, poco prima dell’eremo si imbocca una strada sulla destra che porta a una segheria, da qui un sentiero conduce al grande castagno monumentale.
Scheda botanica del castagno:
Il castagno comune è ampiamente diffuso in tutta l’Europa meridionale, il suo areale è stato influenzato dall’attività dell’uomo che fin dai secoli scorsi ha iniziato a coltivarlo per i suoi frutti nutrienti.
La specie è moderatamente eliofila e patisce le gelate tardive. Vegeta bene in presenza di un clima suboceanico, rifugge invece la continentalità.
Predilige terreni sciolti, freschi, ricchi di nutrienti quali potassio e fosforo, a reazione acida o subacida.
Il castagno cresce tra i 200 e gli 800 m di quota sulle alpi, mente tende a spingersi a quote più elevate, 1000-1300 m, sugli appennini meridionali.
La specie è coltivata principalmente per i suoi frutti ma dalla sua corteccia si ricava il tannino utilizzato per la concia delle pelli e inoltre il suo legno è apprezzato come legna da ardere.
FOTO: https://homoradixnew.wordpress.com/2014/11/05/al-castagno-miraglia-bosco-di-metaleto-camaldoli-ar/
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