Riserva Naturale torbiere d’Iseo
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La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, dichiarata “zona umida di importanza internazionale” secondo la Convenzione di Ramsar, Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della Rete Natura 2000, è situata sulla sponda meridionale del Lago di Iseo ed è la zona umida più significativa per estensione ed importanza ecologica della provincia di Brescia.
E’ considerata un’area prioritaria per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda. Ciò si deve alla varietà di habitat e di specie, acquatico-palustri, pregiate o di interesse comunitario presenti nel territorio, rare o a rischio di estinzione in Lombardia e in Italia.
Si tratta comunque di un’area piuttosto ristretta: solo 360 ettari, composti prevalentemente da canneti e specchi d’acqua circondati da campi coltivati oppure da manufatti dell’uomo (strade, abitazioni).
LA VEGETAZIONE
Il quadro vegetazionale della Riserva attualmente è molto diversificato rispetto a quello che si presentava un secolo fa’: un ambiente uniforme formato da una prateria umida e un folto canneto con specchi residui occupati dal lamineto e magnocariceto, le Lamette.
L’escavazione della torba ha radicalmente alterato il paesaggio vegetale originario, mettendo in crisi, in conseguenza della riduzione del loro habitat, numerose specie che lo caratterizzavano. Essa ha avuto tuttavia il merito di aver contribuito alla realizzazione di un insieme di piccoli ambienti differenti che si intersecano fra loro dando luogo ad un “mosaico ecologico” complesso e di grande valore biologico.
Il fattore che influisce maggiormente sugli ambienti presenti nella Riserva e di conseguenza sulle specie che ci vivono, è la profondità dell’acqua. In relazione a questa si riscontrano varie tipologie vegetazionali.
Nelle acque abbastanza profonde, si rinvengono delle vegetazioni sommerse improntate da specie radicanti sul fondo quali: la vallisneria (Vallisneria spiralis), la peste d’acqua comune (Elodea canadensis), il ceratofillo comune (Ceratophyllum demersum), il millefoglio d’acqua comune e ascellare (Myriophyllum spicatum e M. verticillatum), la brasca increspata, l’erba tinca e la brasca comune (Potamogeton crispus, P. lucens e P. natans).
In acque di media profondità si rinviene una vegetazione, il lamineto, formata da specie flottanti e tappezzanti, come la lenticchia d’acqua (Lemna spp.), e/o da specie vistose a foglie galleggianti ma con radici ancorate al suolo, come la ninfea bianca (Nymphaea alba) e quella gialla (Nuphar lutea). In questo ambiente, in alcune zone, si rinviene una curiosità, l’erba vescica delle risaie (Utricularia australis), specie acquatica e carnivora dai fiori giallo oro e foglie provviste di vescicole di cui la pianta si serve per catturare microrganismi.
Nelle acque basse e presso le rive (se sono digradanti), la formazione tipica e più diffusa è quella dominata dalla cannuccia di palude (Phragmites australis), talvolta preceduta da cortine con tife (Typha latifolia e T. angustifolia) e giunchi di palude (Schoenoplectus lacustris).
Nelle aree periodicamente inondate, frequenti nelle Lamette, a ridosso del canneto, è presente una vegetazione a grandi carici (Carex spp.), molto caratteristica, a dominanza di Carex elata. Qui si rinvengono anche la salcerella (Lythrum salicaria), il caglio delle paludi (Galium palustre), il falasco (Cladium mariscus) e la felce di palude (Thelypteris palustris), quest’ultima indicatrice delle potenzialità della vegetazione verso il bosco igrofilo ad ontano nero (Alnus glutinosa).
Ai margini del canneto oltre ai carici si possono osservare anche le splendide fioriture del giaggiolo acquatico o iris giallo (Iris pseudacorus), del giunco fiorito (Butomus umbellatus), dell’erba scopina (Hottonia palustris) e del coltellaccio maggiore (Sparganium erectum).
Nella Riserva sopravvivono, inoltre, alcuni lembi di praterie igrofile a zigolo comune (Cyperus longus), che rappresentavano l’aspetto originario delle Lame; ed è anche presente, accompagnato ai cariceti, il prato inondato (molinieto), che spesso ospita specie come l’aglio palustre (Allium angulosum) e, in condizioni più asciutte e con marcato intervento antopico, il prato pingue (l’arrenatereto).
Sono, infine, diffuse accenni di formazioni di bosco igrofilo, con salici, pioppi e ontani.
Nel territorio non mancano le specie esotiche invasive degli argini e briglie, come l’indaco bastardo (Amorfa fruticosa) e la pioggia d’oro maggiore (Solidago gigantea), il cui controllo è necessario per la conservazione della fitodiversità della Riserva Naturale.
Fonte testo: https://www.torbieresebino.it/lambiente-naturale/flora/
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