Riserva Naturale Orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio

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All’interno del territorio di Palazzo Adriano, sui Monti Sicani si trova la Riserva Naturale Orientata ‘Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio’, una straordinaria e incontaminata riserva di quasi 6 mila ettari di bosco tra le province di Palermo e Agrigento.
Istituita nel luglio 1997 la Riserva si estende su quasi 5.862 ettari di cui 3.803 formano la zona A di riserva e 2.058 la zona B di pre-riserva, racchiudendo una delle zone più suggestive, selvagge e incontaminate della Sicilia.
Tra fitti boschi, praterie e corsi d’acqua che si alternano anfratti e dirupi profondi.

L’area boscata più significativa è quella del Bosco di Sant’Adriano, dove il leccio è l’essenza dominante, soprattutto nei versanti più rocciosi ed impervi e nelle pareti con forte pendenza, dove assume il ruolo di pianta pioniera. Là dove il pendio si addolcisce, ecco subentrare le più esigenti roverelle, ma il leccio comunque resta sempre presente.

Nel Bosco di Rifesi dominano invece i querceti a roverella, anche se i lecci non mancano mai. Ovviamente sono presenti anche altre specie arboree come il carpino nero, l’orniello e l’acero campestre, oltre a diversi arbusti come il corbezzolo, l’erica arborea, il biancospino, il pungitopo, la ginestra spinosa, la rosa di San Giovanni e il prugnolo. Là dove la copertura forestale non c’è più, ecco gli arbusteti, le praterie, le aree coltivate.

Negli ambienti rupestri, rappresentati significativamente da Pizzo Gallinaro (1.220 m s.l.m.) e Serra del Biondo (1.138 m s.l.m.), sono presenti anfratti in cui dominano gli arbusteti di olivastro ed euforbia arborea, in cui fioriscono diverse specie endemiche o rare come la vedovina delle scogliere, la camomilla delle Madonie, il cavolo rupestre e la bocca di leone siciliana. In queste zone nidifica il falco pellegrino e si possono avvistare l’aquila di Bonelli ed il falco lanario. Nelle forre e negli ambienti di ripa, lungo il corso del fiume e dei torrenti, attecchisce una folta vegetazione costituita da pioppi bianchi e neri, dal salice bianco, dal frassino meridionale, dall’olmo canescente, dall’oleandro dalle vivaci fioriture e dal terebinto (pianta molto affine al pistacchio, detta anche “scornabeccu” per le escrescenze a forma di corno che vengono prodotte dalle foglie parassitate da insetti).

Questo è anche il regno del rovo, dell’equiseto massimo e del gigaro chiaro… Ma è la parte più esterna delle sponde che si rivela preziosa: qui la cannuccia del Reno insieme alle tamerici, gallica ed africana.

Fonte testo:
http://www.parks.it/riserva.monti.palazzo.adriano/par.php

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