Parco Naturale Regionale Monte San Bartolo
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Costituito nel 1994, il Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo si estende su circa circa 1600 ettari nella provincia di Pesaro Urbino, lungo l’area costiera e la dorsale collinare, compresa tra i Comuni di Pesaro e Gabicce Mare.
Il suo territorio presenta un mosaico ambientale piuttosto eterogeneo, con associazioni vegetali molto diverse, anche in base all’attività antropica, tra cui alcune falesie e grotte nel promontorio, altrimenti rare nella regione. Si divide in due aree: quella compresa tra la S. Statale n.16 Adriatica e la S. Provinciale n.44 “Panoramica”, e quella che si estende tra la Strada Provinciale “Panoramica” e la costa.
La prima, che rappresenta il 60 per cento del parco, è costituita da un paesaggio agricolo, con campi di seminativi (cereali autunno-vernini) alternati a colture foraggere (erba medica), cinte da siepi alberate e arbustive, vigneti, e qualche oliveto, oltre che borghi, ville e castelli. La seconda area coincide, per la gran parte, con il territorio dell’Area Floristica della falesia tra Gabicce e Pesaro; la falesia e la spiaggia sono aree naturali di grande pregio, per i caratteri geomorfologici, vegetazionali e faunistici di grande rilievo.
Fauna
Data la vocazione agricola della maggior parte della superficie del Parco, fino agli anni ’90, la presenza di mammiferi a taglia medio-grande è sempre stata esigua, finché il capriolo, in espansione in tutta la provincia, è arrivato a San Bartolo, trovandolo perfetto alla propria sopravvivenza proprio per il mosaico di coltivi e boschetti. Tra le altre specie faunistiche presenti vi sono la volpe, che raggiunge anche le spiagge per nutrirsi degli organismi marini spiaggiati, il tasso, l’istrice, la donnola, la lepre, il ghiro, diverse specie di rettili e anfibi e di uccelli, anche in fase migratoria.
Flora
È molto ricca e comprende specie rare in tutta la regione, fra alcune tipiche della falesia. I boschi originari tuttavia sono scomparsi o ridotti a piccoli lembi impoveriti, a causa di alcune specie legnose invadenti come i rovi e gli esotici robinia ed ailanto. Rari e localizzati nei luoghi meno disturbati, alberi e arbusti autoctoni, fra cui cerro (Quercus cerris), carpino bianco (Carpinus betulus), nocciolo (Corylus avellana), acero d’Ungheria (Acer obtusatum), dafne (Daphne laureola), Erica arborea, tipiche di boschi mesofili. In alcune zone, come vicino agli abitati di Santa Marina Alta e di Fiorenzuola di Focara, si rinvengono boschi di conifere (Pinus nigra e Pinus halepensis), piantati nel Novecento per contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico.
Da segnalare la presenza di Clematis viticella, poco diffusa in tutta la regione, Clematis flammula, specie termofila più comune altrove, e il lentisco (Pistacia lentiscus), relitto di una vegetazione mediterranea quasi scomparsa. Sulle rocce arenacee dure e compatte, si incontrano invece formazioni dominate da querce caducifoglie come la roverella (Quercus pubescens), mentre dove il terreno è più umido di notano piccole macchie a pioppo bianco (Populus alba) e olmo minore (Ulmus minor).
Più interessanti la presenza floristica erbacea: nei luoghi erbosi aridi, nelle scarpate stradali o ai margini dei campi coltivati e negli incolti, si possono rinvenire, oltre che altre specie abbastanza omogenee e banali, specie erbacee rare o poco comuni (Geranium tuberosum, Tulipa agenensis , Tulipa clusiana, Tulipa sylvestris, Urtica urens, Orobanche picridis,Vicia lutea, Fumaria parviflora, molte orchidee come Anacamptys pyramidalis, Orchis coriophora, Spiranthes spiralis, Orchis tridentata, Ophrys apifera, specie termofile e xerofile quali Aster linosyris, Fumana thymifolia, Galium lucidum, Ononis reclinata, Silene nocturna, Valerianella coronata, Valerianella muricata. Negli ambienti subruderali, accanto alle tante specie nitrofile e invadenti, si trovano anche specie di un certo interesse, come Veronica cymbalaria, molto rara in tutta la regione.
Sui rilievi, negli affioramenti arenaci, vi sono ampi arbusteti a ginestra, assieme a ginepro comune (Juniperus communis), Colutea arborescens, rovo (Rubus ulmifolius), sanguinella (Cornus sanguinea), Rosa canina, prugnolo (Prunus spinosa), biancospino (Crateagus oxyacantha) e caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca), e, in alcuni tratti invadenti arbusteti di rovo.
Ai piedi delle falesie, nelle parti più ripaati, crescono poco piante, fra cui Lotus maritimus, Crithmum maritimum e, fra i sassi delle scogliere Aristolochia clematitis e Solanum dulcamara. Nei piccoli tratti di spiaggia si incontrare specie psammofile ormai rare, fra cui Eryngium maritimum, Cakile marittima, Salsola tragus subsp. pontica, Limbarda crithmoides e Calystegia soldanella. Nella Baia Flaminia, nonostante la forte presenza turistica, nelle sone più vecchie e consolidate dell’arenile sopravvivono specie nitrofile e ruderali, e specie rare come Hypochoeris radicata e Carex divisa.
Altro
Fra le bellezze architettoniche presenti nel parco si segnala la Rocca di Gradara e il suo borgo fortificato, una delle strutture medioevali meglio conservate e imponenti d’Italia, Villa Caprile e Villa Imperiale con i loro meravigliosi giardini
Purtroppo, un grave incendio, il 5 agosto 2017, ha distrutto 142 ettari di terreno compresi tra i Comuni di Fiorenzuola di Focara e Casteldimezzo.
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Contatti
Sede Ente Parco San Bartolo Viale Varsavia - 61121 Pesaro(PU)
+39 0721 268426
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