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Porto Flavia è uno sito minerario abbandonato, situato della zona sud-occidentale della Sardegna e appartiene amministrativamente al comune di Iglesias, in quella che oggi è la località balneare di Masua. Pur essendo un sito minerario non si tratta di una miniera, bensì di un porto d’imbarco del materiale estratto dalla montagna, realizzato nel 1924 per volere della famiglia Flavia, da cui prende il nome.
L’installazione portuale fu realizzata scavando all’interno della montagna a picco sul mare due gallerie sovrapposte, quella superiore da dove arrivavano i materiali estratti e quella inferiore da dove il materiale veniva caricato direttamente nelle stive dei mercantili, ormeggiati sotto la parete rocciosa. Tra le due gallerie erano sistemati nove enormi silos per lo stivaggio del materiale capaci di contenerne fino 10.000 tonnellate.
Questa ingegnosa soluzione fu capace di rivoluzionare il sistema di imbarco dei minerali che, fino ad allora, venivano caricati a mano sulle imbarcazioni.
Sempre nella zona può essere visitata la miniera piombo-zincifera di Nebida. Situata anch’essa nel comune di Iglesias, con il suo villaggio e gli impianti minerari, occupa una vasta area di fronte al mare. Attiva fin dalla metà Ottocento, l’attività mineraria favorì la nascita di un villaggio che ancora oggi conserva le tracce originarie nella piazzetta che accoglie l’infermeria, il circolo dei lavoratori e l’edificio della dirigenza. La palazzina degli uffici amministrativi appartiene oggi a privati e, nonostante le alterazioni, mostra ancora la cornice a dentelli che segue tutto l’andamento del fabbricato a U e le finestre ad arco acuto che riprendono lo stile neomedievale. L’edificio più straordinario per la sua posizione sul mare è la laveria Lamarmora, realizzata nel 1897, un edificio costruito con pietra a vista che si sviluppa su alcuni volumi sovrapposti percorsi da grandi archi ed è completato da due alte ciminiere che la segnalano con evidenza. Ai piedi della laveria sul mare sono visibili i forni di calcinazione.

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