Giardini di Villa Reale di Milano/ Giardino di Villa Belgioso Bonaparte

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Il giardino di Villa Reale o, meglio Villa Belgioso Bonaparte, è uno dei primi esempi di giardini “all’inglese” realizzati a Milano su commissione del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso – figura di spicco della nobiltà milanese e della corte asburgica- e su progetto dell’architetto viennese Leopold Pollack, allievo del Piermarini. Come la villa, il giardino risente dell’influenza di dettami innovativi da cui scaturì un progetto molto originale per l’epoca. Determinante fu la supervisione del conte Ettore Silva, grande esperto di giardini e autore del trattato “Dell’arte dei giardini inglesi” del 1801.
Il giardino fu costruito nello stesso momento dell’edificazione della residenza, nel 1790, ma subì, durante l’Ottocento, diverse modifiche. Fu per volontà degli Asburgo tra il 1814 e il 1859, che divenne, come già il Parco di Monza, un importante centro di coltivazioni e sperimentazioni botaniche. Una particolare attenzione fu rivolta alle essenze tropicali ed esotiche: infatti il viceré del Lombardo Veneto, l’Arciduca Raineri era un appassionato botanico.
Giuseppe Tazzini progettò una serra, tra il 1835 e il 1838, detta “gotica”, in cui sembra si fossero utilizzati parti architettoniche risultanti dagli “scarti” del Duomo di Milano. Essa venne ad arricchire le già numerose costruzioni del parco all’inglese, tra cui si possono segnalare, oltre alle fabbriche di servizio, scuderia e casa del giardiniere, vari gruppi scultorei, il tempio delle Parche, una torre dedicata al conte Ugolino, una tenda militare, una grotta, un ponte rustico. La zona della serra subì però alcune modifiche nel tempo: verso il 1860, fu circondata da una “cavea” ad emiciclo costituita da siepi; in seguito, con l’arrivo dei Savoia la serra fu restaurata, per contenere le piante ornamentali che dovevano decorare la villa per i balli e le feste.

LE PIANTE
Esiste un percorso botanico, organizzato dalle Guardie Ecologiche Volontarie, che prevede una guida con la descrizione delle principali essenze. Tra le specie più rare: presenti il falso loto (Diospyros lotus) e l’albero dei cervi o albero del caffè del Kentucky (Gymnocladus dioica). All’ingresso del giardino vi accoglie un particolare esemplare di bagolaro (Celtis australis) con fusto policormico, una grande Sequoia sempervirens, Cedrus libani e Taxus baccata. In seguito, dopo il ponticello sullo stagno, s’incontrano un noce nero o noce americano (Juglans nigra), tigli, Carpinus betulus, frassini, e gelsi (Morus alba), Aesculus hippocastanus e e A.x  carnea, Acer pseudoplatanus, Mangolia grandiflora.

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Contatti

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