Roveja
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La roveja, detta anche roveglia, rubiglio, pisello dei campi, corbello, è un piccolo legume simile al pisello, dal seme colorato che va dal verde scuro al marrone, grigio. E’ stata coltivata per secoli sui terreni di alta quota dei Monti Sibillini dove faceva parte dell’alimentazione di base dei contadini.
Quasi scomparsa dalle tavole, è stata recuperata grazie a un Presidio Slow Food.
Gustosa e nutriente, è ottima nelle zuppe, su crostoni o per preparare la “farecchiata”, sorta di polenta che si usa condire con le alici. Cresce anche in forma spontanea, lungo le scarpate e nei prati, ma nei secoli passati era protagonista dell’alimentazione dei pastori e contadini dei Sibillini con altri legumi poveri quali lenticchie, cicerchie, fave.
Proprio perché cresce da sempre anche selvatica alcuni ricercatori sostengono che si tratti di un progenitore del pisello comune. Secondo altri invece è una vera e propria specie (Pisum arvense) differente da quella del pisello (Pisum sativum). Sparita perfino dalla memoria locale, nel 1993 ne vennero trovati tre etti di semi in una cantina di un vecchio paese ormai abbandonato, dopo il terremoto del 1979. Sollecitando la memoria degli anziani, mostrando loro seme, fiore e piante, ne è affiorato il ricordo. Per quanto abbandonata, ne resistono solo poche piccole coltivazioni nella val Nerina, in particolare a Cascia dove, in una località chiamata Preci, dove la roveja si semina a marzo a un’altitudine che va dai 600 ai 1200 metri e si raccoglie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. La battitura è simile a quella della lenticchia: quando la metà delle foglie è ingiallita e i semi sono diventati cerosi, si sfalciano gli steli e si lasciano sul prato ad essiccare.
La roveja si può mangiare fresca oppure essiccata, come ingrediente per minestre e zuppe. Macinata a pietra, si trasforma in una farina dal lieve retrogusto amarognolo che serve per fare la “farecchiata” o “pesata”: una polenta tradizionalmente condita con un battuto di acciughe, aglio e olio extravergine di oliva, buona anche il giorno successivo, affettata e abbrustolita in padella.
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