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La Fragola di Tortona è una cultivar locale appartenente alla specie Fragaria moscata, creata selezionando, un secolo fa, specie selvatiche che crescevano sul territorio.
Originaria delle foreste dell’Europa centrale, questa fragola è più grande della fragolina di bosco (Fragaria vesca), ma più piccola delle comuni varietà commercializzate.
Poco più grande di un lampone, esternamente rossa scura con la polpa chiara venata di rosso, ha un profumo intenso di moscato e il sapore dolce e delicato.

E’ però un frutto molto deperibile, da consumarsi nella giornata della raccolta, per cui è quasi impossibile trovarla al di fuori del territorio di produzione. E’inoltre disponibile solo per una decina di giorni l’anno, tra la metà di maggio e la fine di giugno, a seconda delle annate.

Le prime tracce scritte di questa pianta risalgono al 1411 quando nel registro di Pieve di Garbagna si indicano tra i prodotti ortofrutticoli locali le “magiostre o fravole”. Passando per il 1631, quando in un atto del Comune di Tortona si menziona una strada chiamata “Fragolaria” nei pressi della chiesa di San Rocco, si arriva al Novecento quando è stata attentamente selezionata. Negli anni Trenta divenne la punta di diamante dell’economia locale.

Per la fragola di Tortona l’amministrazione cittadina costruì perfino un mercato coperto, il «Gabbione», per accogliere le centinaia di acquirenti: in alcune serate si trattavano fino a 100 quintali di fragole, vendute in caratteristici cestini di fasce di legno intrecciate.

La Seconda Guerra Mondiale prima e lo sviluppo autostradale e soprattutto edilizio poi, ridussero la quantità di campi coltivabili e quindi la produzione, per cui i produttori, riuniti nel Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Fragola di Tortona e tutelati dal Presidio Slow Food, hanno avviato nuove coltivazioni in altre zone vicine, sempre nel comune di Tortona, in provincia di Alessandria.

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