Pero misso della Lessinia
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Il Pero Misso della Lessinia rientra nel progetto di valorizzazione e salvaguardia delle biodiversità agroalimentari del Veneto. Il Presidio Slow Food che lo tutela ne promuove la diffusione nelle aziende della montagna veronese al fine di recuperarne la produzione agricola ripristinando una tradizione che è documentata fin dall’Ottocento. In Lessinia ne sono rimasti circa 200 alberi, nella Valpantena, nella valle di Mezzane e di Illasi, ma soprattutto nell’alta Valpolicella, tra i 500 e i 900 metri di altitudine. Nella parte alta del comune di Marano di Valpolicella, un albero vecchio di oltre due secoli – detto pero Marchesini, dal cognome del proprietario del fondo – è stato inserito fra i Patriarchi Vegetali d’Italia perchè la sua età supera i 200 anni. Le altre piante sono sparse, singole o in piccoli gruppi nei comuni di Fumane, San Mauro di Saline, Grezzana, Sant’Anna d’Alfaedo, Negrar. Dalla raccolta al consumo il Pero Misso della Lessinia subisce un processo di ammezzimento che ne determina il cambio di consistenza, colore e sapore rendendolo appetibile. Depositato al buio in luoghi asciutti fino al momento del consumo all’inizio di novembre, il pero assume una colorazione marrone scuro e la polpa diventa più zuccherina senza perdere la consistenza. Nonostante la varietà sia difficilmente reperibile in commercio, è possibile gustarla e acquistarla durante le fiere di paese organizzate nei comuni della Lessinia, come la Fiera del Rosario di Breonio nel comune di Fumane che si svolge a ottobre e promuove i prodotti dell’agricoltura biologica locale. Mangiato crudo, il Pero Misso è apprezzato per la dolcezza e per la granulosità tipica delle vecchie varietà di pero, mentre trasformato diventa l’ingrediente ideale di dolci, marmellate, succhi e distillati.
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