Foresta regionale della Valsolda
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Per 318 ettari, nelle Prealpi calcaree lombarde, si estende la Valsolda, una tra le foreste più selvagge della regione che confina, a nord-ovest, con la Confederazione Elvetica e, ad est, con i comuni di Porlezza e Val Rezzo. Nel 2004 è stata inserita tra i siti di Natura 2000 ed è stata riconosciuta come Zona di Protezione Speciale (ZPS). Nel 2007 è stata dichiarata Riserva naturale Regionale. Innumerevoli sono stati i provvedimenti che negli anni hanno contribuito a donarle l’aspetto odierno: interventi d’ingegneria naturalistica, al fine di prevenire danni dovuti a dissesto idrogeologico, rinaturalizzazione del bosco, manutenzione di sentieri, tracciati, inserimento di segnaletica, collocazione di aree di sosta con spazi attrezzati e punti fuoco controllati. La foresta è divisa in due zone: la parte centrale e settentrionale che è definita Riserva Naturale Integrale e la zona meridionale che è definita Riserva Naturale Orientata. Solo quest’ultima è accessibile al pubblico e ospita attività didattico-culturale.
I sentieri. Per muoversi all’interno del paesaggio aspro e accidentato che le pareti, le rocce, le forre, i piccoli ripiani e la valli incise contribuiscono a formare, i sentieri più gettonati sono il sentiero faunistico e la via dei Canti.
La via dei Canti raggiunge le cime di Pradè e del Torrione ad una quota di 1805 metri e continua in un sentiero ricco di tracce sonore che sono facilmente riconoscibili grazie anche all’ausilio di pannelli didattici. Durante questo percorso si può godere della vista di paesaggi storici e, camminando tra grandi larici (Larix decidua), è possibile incontrare camosci e aquile reali.
Lungo il sentiero faunistico, si trova la grotta nella quale sono stati ritrovati i resti dell’estinto orso delle caverne e la grotta in cui la leggenda dice che il lupo trovasse riparo. Tra un panorama e l’altro, sulle ampie valli che circondano il sentiero, si arriva all’Alpe Pessina, punto più alto del percorso a 1217 metri. Poco distante si trova un sorbo (Sorbus aria) monumentale protetto da una parete rocciosa. Durante la discesa, con un po’ di fortuna, si può percorrere il sentiero in compagnia di cervi, caprioli e cinghiali. Se si è forniti di binocolo si possono osservare i camosci lungo le pendici nord-est della Pessina o le planate delle aquile reali. Altre attività consentite: arrampicata, sport lacustri e passeggiate in mountain bike.
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forestedavivere@ersaf.lombardia.it
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