Parco Nazionale del Gran Paradiso

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Istituito nel 1922, il Parco Nazionale del Gran Paradiso è il più antico Parco Nazionale italiano insieme al Parco nazionale d’Abruzzo, istituito pochi mesi dopo.

Gestito dall’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, si trova a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte e dal lato francese confina con il Parco Nazionale della Vanoise. Si estende per una superficie di 71.043,79 ettari, su un terreno prevalentemente montuoso.
Il Parco occupa parte del territorio che dal 1856 era divenuto Riserva Reale di Caccia del Gran Paradiso, su decisione del giovane re Vittorio Emanuele II, che vi andò a caccia nel 1850 e ne rimase incantato.
Nel 2000 è stato riconosciuto anche come sito di interesse comunitario e fa parte dell’”Important Bird Area Gran Paradiso”. Nel 2006 è stato insignito del Diploma europeo delle aree protette, rinnovato nel 2012.

Il territorio. Il Gran Paradiso è l’unico massiccio montuoso che arriva oltre 4000 metri interamente in territorio italiano. Il parco è interessato da cinque valli principali: Val di Rhèmes, Val di Cogne, Valsavarenche, Valle dell’Orco e Val Soana. Il limite delle nevi perenni si trova a circa 3000 metri d’altitudine. La fascia fra 3000 e 4000 metri di altitudine comprende 59 ghiacciai, i più grandi sul lato valdostano, di cui almeno 29 sono costantemente monitorati dai guardaparco: sono ghiacciai perenni ma relativamente recenti, poichè si formati durante la “piccola glaciazione” del 1600.

Il Parco è ricco di laghi (tra cui i Laghi del Nivolet, i più grandi e suggestivi, situati nella zona circostante il Colle del Nivolet; il Lago di Pellaud in Val di Rhèmes; il Lago Lillet, in Valle dell’Orco; il Lago di Dres, sul versante opposto della Valle dell’Orco; il Lago Lauson ed il Lago Loie, in Val di Cogne), torrenti e cascate (tra le più spettacolari, quelle di Lillaz, frazione di Cogne).

La flora

Alle quote inferiori del Parco, la vegetazione è caratterizzata da boschi di larici, praterie, boschi di latifoglie composti da pioppo tremulo (Populus tremula), nocciolo (Corylus avellana), ciliegio selvatico (Prunus avium), acero montano (Acer pseudoplatanus), quercia (Quercus spp.), castagno (Castanea sativa), frassino (Fraxinus excelsior), betulla (Betula spp.), sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia). I boschi di faggio (Fagus sylvatica), in una fascia tra gli 800 e i 1200 m, si trovano soltanto sul versante piemontese.

Tra i 1500 e i 2000 m vi sono le foreste di aghifoglie: in Val di Rhemès è largamente diffuso il pino cembro (Pinus cembra), mentre in Val di Cogne, presso Vieyes, Sylvenoire e Chevril, prevale l’abete bianco (Abies alba). In tutte le valli sono diffusi l’abete rosso (Picea abies) e il larice (Larix europaea), quest’ultimo accompagnato da un folto sottobosco composto da rododendri (Rhododenrum ferrugineum), mirtilli (Vaccinium myrtillus), lamponi (Rubus ideaus), gerani dei boschi (Geranium sylvaticum), fragole di bosco (Fragaria vesca).

Tra le specie floricole di pregio, diffuse nel Parco, ricordiamo il giglio martagone (Lilium martagon), tipico del bosco, il giglio di San Giovanni (Lilium croceum), caratteristico dei prati soleggiati, il velenoso aconito (Aconitum napellus) lungo i corsi d’acqua. Tra la fascia più alta dei boschi e i 2200 m, vi sono distese di rododendri (Rhododenrum ferrugineum).
Oltre i 2500 m tra le rocce crescono le sassifraghe (Saxifraga spp.), Androsace alpina, il cerastio alpino (Cerastium alpinum), il ranuncolo dei ghiacci (Ranunculus glacialis) e, molto rari, la stella alpina (Leontopodium alpinum) e il genepì (Artemia spp.). Le torbiere e le zone umide sono colonizzate dall’erioforo (Eriophorum scheuchzeri), in fiore in estate.

La fauna

L’animale simbolo del Parco è lo stambecco, presente in circa 2700 unità, secondo l’ultimo censimento del 2011. Sono inoltre presenti il camoscio, non più in pericolo di estinzione in quanto l’assoluta mancanza di predatori naturali ne ha favorito la crescita numerica e anzi l’eccessiva colonizzazione del territorio, la volpe e il lupo, che, in aumento in Italia, risalendo l’Appennino è tornato a farsi vedere nel Parco negli ultimi anni e conta oggi 6-7 esemplari, tra la Valsavarenche, la Val di Rhèmes e la Valgrisenche e un lupo solitario in Val di Cogne.
Si contano inoltre 6000 unità di marmotte.

Numerose le specie di volatili: poiane, picchi, cince, pernici bianche, gracchi, sparvieri, astori, allocchi, civette, assieme a 27 coppie di aquila reale (censimento del 2013) e il gipeto, reintrodotto da poco, che ha iniziato a nidificare di nuovo.

Nei laghi e nei torrenti nuotano due specie di trote: una autoctona, la trota fario, l’altra alloctona, il salmerino di fontana, introdotto negli anni ‘60 a scopo turistico.
Nei piccoli laghi alpini del Nivolet Superiore, di Trebecchi Inferiore, di Trebecchi Superiore e di Lillet è stata riscontrata la presenza di un piccolo crostaceo, la Daphnia middendondorffiana.
Tra i rettili, vi sono la vipera comune, tipica delle zone asciutte, e tra gli anfibi la salamandra.

Attività

Oltre che la tutela e la conservazione del territorio, il Parco Nazionale del Gran Paradiso opera come ente di ricerca scientifica sulla fauna e vegetazione presente, attraverso monitoraggi e censimenti effettuati in modo capillare sul territorio, in collaborazione con diverse università e centri di ricerca, tra cui il CNR.

Offre innumerevoli attività: sportive di vario livello, escursionistiche, ricreative e culturali. La tarda primavera e l’estate sono i mesi della fioritura e delle escursioni in alta quota. In autunno i boschi si colorano, mentre per i camosci inizia il periodo degli amori. In inverno il territorio innevato si presta alle passeggiate con le racchette da neve, gli sci da fondo e d’alpinismo, con la possibilità di avvistare animali nella bellissima livrea invernale.

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Contatti

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