Isola Bella – Palazzo Borromeo
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L’Isola Bella, situata nel Lago Maggiore a circa 400 metri al largo di Stresa, fa parte delle Isole Borromee, assieme all’Isola Madre e all’Isola dei Pescatori. Seconda per grandezza (320 metri di lunghezza e 180 di larghezza), è quasi interamente occupata da un palazzo seicentesco e dai suoi giardini, che si estendono fino alla punta meridionale dell’isola. Ancora oggi appartiene alla famiglia Borromeo.
Anticamente l’isola Bella, detta un tempo Isola Inferiore, era uno scoglio roccioso, occupato da un villaggio di pescatori e due chiese, San Vittore e San Rocco. Nel Cinquecento, Giulio Cesare III Borromeo acquistò dei terreni.
Vitaliano I della famiglia Borromeo fu il primo ad avere l’idea di costruire un palazzo sull’isola ma fu Carlo III Borromeo, nel 1632 a realizzarla, per la moglie Isabella d’Adda (dalla quale il nuovo appellativo di “Isola Isabella”, poi abbreviato in Isola Bella) affidando il progetto a Angelo Crivelli. Quest’ultimo creò l’impianto generale dei giardini, con l’idea di dare all’isola la forma di una nave.
Per creare i terrazzamenti fu trasportata con le barche una grande quantità di terra, per ricoprire il suolo roccioso dell’isola. Sul lato ovest venne realizzata la “torre della Noria”, che ospitava gli impianti idraulici necessari per l’irrigazione. Vennero introdotti aranci, limoni, bossi e cipressi, assieme a coltivazioni di piante utili. Palazzo e giardini furono concepiti come un’unica entità e l’isola prese così la forma di un immaginario vascello con la villa a prua e il giardino a poppa.
Dopo un periodo di arresto, alla metà del 1600, a causa della pestilenza che nel frattempo si era sviluppata nel ducato di Milano, i lavori furono ripresi dai figli: tra il 1652 e il 1690 Vitaliano VI, con l’appoggio del fratello, il cardinale Giberto Borromeo, fece aggiungere dall’architetto, Francesco Castelli, le decorazioni in pietra che oggi ornano il giardino: balaustre, statue, obelischi, vasi; i lavori nel palazzo furono seguiti dagli architetti Francesco Maria Richini e Carlo Fontana.
Al piano terra una serie di stanze aperte verso il giardino furono decorate a grotta, con le pareti incrostate di conchiglie e decorate da ninfe e specchi di marmo nero, secondo la moda del tempo.
Nel 1675 per risolvere il mancato allineamento assiale tra il palazzo e il giardino, venne costruito l’”atrio di Diana”, con due scalinate curve appena sfalsate.
Il palazzo venne completato da Vitaliano X (1892-1982) che terminò la facciata nord e il molo collegato e realizzò il grande salone sulla base del progetto originario.
Il Palazzo Borromeo
L’interno, elegante e sontuosamente arredato, è un susseguirsi di sale, con mobili, statue, dipinti tra cui le tele del pittore napoletano Luca Giordano (1632-1705), il toscano Francesco Zuccarelli (1702-1788) e del fiammingo Pieter Mulier detto il Tempesta (1637 ca.-1701). Ospita inoltre una preziosa collezione di 7 pregiatissimi arazzi fiamminghi del 1400, da poco restaurati.
Di particolare interesse storico sono le stanze decorate a grotta, la Sala della Musica, dove nel 1935 si svolse la Conferenza di Stresa tra Mussolini, Laval e Mac Donald, che avrebbe dovuto garantire la pace europea, e la Sala di Napoleone che vi soggiornò nel 1797, assieme alla moglie Giuseppina Beauharnais.
I Giardini
Da Palazzo Borromeo si accede a quello che è considerato uno degli esempi più noti, grandiosi e meglio conservati in Italia, tra cui si aggirano pavoni bianchi. Costruito in tempi diversi, ma coerente al suo stile, ha forma piramidale, che culmina nella grande statua del liocorno, simbolo della casata Borromeo, cavalcato da Amore.
Articolato in 10 terrazze degradanti, è delimitato da muraglie e balaustre e abbellito da vasche, fontane, prospettive architettoniche e una moltitudine di statue risalenti alla seconda metà del Seicento, rappresentanti personificazioni di fiumi, stagioni e venti.
Si accede ai giardini attraverso l’”atrio di Diana”, uno spazio aperto a pianta poligonale chiuso sul fondo da una nicchia con la statua di Diana.
Da qui si scende al “piano della Canfora”, così chiamato per un monumentale albero di Cinnamomum camphora, impiantato nel 1820; nelle 6 aiuole disposte simmetricamente vi sono disposte numerose piante esotiche. Sul lato meridionale questo spazio prende il nome di “Teatro Massimo”, articolato in tre esedre sovrapposte, con numerose statue. Verso sud si scende al “giardino Quadro”, contenente una vasca centrale e aiuole simmetriche, ornate da siepi in bosso. All’angolo sud-est si scende al “giardino Triangolo” al “ripiano ad est”. All’angolo a nord-est si trova infine il “giardino privato”.
Le piante
Vitaliano IX (1792-1874), esperto di botanica, introdusse nei giardini molte specie esotiche, nuove serre e un nuovo sistema di pompaggio dell’acqua. Il clima particolarmente mite del Lago Maggiore ha permesso la crescita di una vegetazione ricca e variata: azalee e rododendri, spalliere di pompelmi e arance amare, orchidee e piante carnivore.
Le piante esotiche vengono riposte durante la stagione invernale nella serra ottocentesca. Spicca la sagoma del grande albero di Cinnamomum camphora, di oltre 200 anni di età.
Il curatore dei giardini dell’Isola Bella e della vicina Isola Madre, Gianfranco Giustina, nel marzo 2014 ha vinto il “Premio internazionale per il contributo al giardinaggio e alla botanica”, promosso dalla Royal Horticultural Society.
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Contatti
Isola Bella - Stresa(VB)
0323 30556
info@borromeoturismo.it
Altre info
Ingresso combinato Isola Bella e Isola Madre 14,50 euro
dal terzo fine settimana di marzo al terzo di ottobre
9.00 - 18.30