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Le saline, incluse tra le riserve naturali della Regione Sicilia, si concentrano principalmente in prossimità della città di Trapani. Le prime saline che la storia ricordi furono impiantate dai Fenici nell’VIII secolo a.C., sfruttando la costa bassa dei litorali trapanesi e il clima particolarmente favorevole. Solo nei secoli successivi si ebbe un notevole sviluppo delle attività di estrazione del sale, fino a che nel XVII e nel XVIII secolo le saline divennero una risorsa fondamentale per l’economia della città, di portata tale da far diventare il porto di Trapani uno dei più importanti del Mediterraneo e d’Europa.

Di fronte alla costa trapanese (fra Trapani, Paceco e Marsala) in un suggestivo scenario di acqua, mulini a vento e piramidi bianche che diventano rosa al calare del sole, esiste ancora oggi un’importante realtà produttiva.

Tutta la zona ricade all’interno di due splendide aree protette: la riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco e le saline dello Stagnone (nel comune di Marsala). Le saline di Trapani costituiscono un habitat unico, un vero e proprio museo all’aperto: uno dei mulini a vento, utilizzati per l’allagamento del territorio, quello in contrada Nùbia (Paceco – Trapani), è sede del Museo del Sale, dove possiamo trovare gli attrezzi da lavoro dei salinai e nel quale si ritrovano i segni di una cultura materiale, il cui patrimonio etno-antropologico è di inestimabile valore.

Il ciclo di produzione del sale dura all’incirca 50-55 giorni (a seconda delle temperature esterne e di eventuali piogge casuali), concentrandosi soprattutto nel periodo estivo: dall’inizio del mese di maggio e fino a tutto settembre, le vasche vengono rifornite con regolarità dell’acqua di mare necessaria alla produzione, acqua sottoposta ovviamente a rigidi e severi controlli di qualità.

Prima delle piogge autunnali, tutto il sale accumulato nelle vasche cosiddette cristallizzanti verrà raccolto e avviato alla lavorazione per i vari utilizzi. Il particolare sistema di produzione e lavorazione preservano, nel sale trapanese, la presenza di oligoelementi, di cui è ricca l’acqua marina di origine.

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