Albero della bugia di Toritto

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Toritto è un Comune inserito nell’area della Città Metropolitana di Bari, parte del suo territorio è all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. In questo Comune si trova uno degli Alberi censiti come Monumentale della Puglia, “l’Albero delle bugie”. Il suo nome fa riferimento al fatto che sotto le sue fronde si riunivano gli abitanti del paese. E’un leccio, Quercus ilex, circonferenza del tronco 320 cm e altezza 11 m.

Quercus ilex

-biologia ed ecologia

Il leccio è un albero alto fino a 25 m con chioma sempreverde, densa, globosa e leggermente espansa di un verde molto scuro. Le foglie che la compongono sono alterne, persistenti, coriacee, variano molto nella forma e lunghe al massimo 7 cm; hanno un breve picciolo e la loro lamina superiormente si presenta glabra, verde scuro e lucida, mentre sotto è tomentosa, di colore biancastro. La ghianda è lunga fino a 3 cm.

E’ una specie termofila tipica della macchia mediterranea, che si trova dal livello del mare fino a 600 m (1500 sull’Appennino) su suoli non troppo ricchi d’argilla.

Il leccio è uno dei rappresentanti più tipici e importanti dei querceti sempreverdi mediterranei, ed è il rappresentante caratteristico del Quercetum ilicis, la vegetazione cioè della fascia mediterranea temperata; forma quindi la componente dominante nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo preferibilmente acido; cresce anche ai margini dei boschi decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. In Italia è spesso coltivato in parchi, giardini ed alberature stradali, soprattutto presso le coste.

-distribuzione

Il leccio è presente in tutto il bacino del Mediterraneo tranne in Egitto mentre in Libia è stato probabilmente introdotto dall’uomo. E’ una specie comunque diffusa maggiormente nella parte occidentale, soprattutto in Algeria e Marocco, in tutta la penisola Iberica (dove costituisce uno dei componenti principali della dehesa); nella Francia mediterranea e in Italia, dove forma dei boschi puri anche di notevoli dimensioni. A oriente, a partire dai Balcani, si trova in boschi misti ad altre essenze forestali, spesso ben distanti tra loro e solo in stazioni con un’adeguata umidità. Si trova, sempre consociato, anche lungo le coste turche del Mar Nero.

In Italia Quercus ilex è diffusa soprattutto nelle isole e lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche; sul versante adriatico le popolazioni sono più sporadiche e disgiunte (tranne che in Puglia, Abruzzo e Marche). Piccole formazioni sono presenti anche sulle Prealpi lungo le coste dei laghi, sui Colli Euganei, in Friuli Venezia Giulia, in Romagna fino al Bolognese-Imolese e nel Bosco della Mesola nel ferrarese.

Il leccio è l’albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato spontaneo in tutte le regioni d’Italia salvo che in Valle d’Aosta, ma molto più abbondante nell’Italia mediterranea.

-importanza ed uso

Il leccio viene molto utilizzato come pianta ornamentale, sia singolo sia a gruppi in parchi e/o grandi giardini. Componente del Giardino all’Italiana nel costituire alte siepi formali, quinte e boschetti sempreverdi, nella sua forma arbustiva è molto utilizzato per siepi alte formali e libere, anche in siepi miste. Si adatta molto bene per aree verdi urbane, in viali alberati, rivestimento scarpate e barriere antirumore. Ben sopportando la potatura può essere allevato ad alberello e usato in piccoli giardini o per viali in zone che non dispongano di grandi spazi. E’ naturalmente adatto anche a zone in prossimità del mare; di conseguenza è naturalmente idoneo alla forestazione di zone esposte, incolte e collinari in Italia centro-meridionale.

Questa specie viene coltivata principalmente a ceduo per la produzione di legna da ardere, è importante perché permette di ricavare produzioni anche da terreni difficili. La capacità di generazione di polloni dopo un’utilizzazione è buona e maggiore rispetto alle querce caducifoglie

In passato le ghiande erano usate per preparare un surrogato del caffè; mentre le ghiande erano usate come alimentare suini, conigli, capre, tacchini e altri animali da cortile. Dal legno si realizzavano robusti manici per le zappe.

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