Albicocca di Galàtone
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A pochi passi dalla riviera Jonica, si trova Galàtone, che in passato è stato uno dei centri agricoli più importanti della provincia di Lecce. Fino al primo dopoguerra Galàtone era centro di scambi commerciali tra agricoltori e commercianti, che rivendevano i prodotti nel nord della Puglia. Sia a causa dell’emigrazione verso il nord Italia, sia per la progressiva diffusione di prodotti importati da Africa e Spagna, le coltivazioni di albicocche furono poco a poco abbandonate per lasciar posto ai più redditizi ulivi e viti.
Le albicocche di Galàtone si ottengono da ormai pochissimi alberi, principalmente concentrati in due frutteti di medie dimensioni e negli orti familiari. Sono una variante precoce e di piccole dimensioni, grandi quanto noci e profumatissime. Risultano molto morbide e dolci al gusto, purtroppo uno svantaggio per la lavorazione industriale e per il trasporto. Come tutte le vecchie varietà frutticole, è molto longeva: l’albicocca di Galàtone produce dopo tre anni dall’impianto e continua a fruttifica ben oltre i cinquant’anni. Mentre le varietà moderne, più adatte a un’agricoltura più tecnologica, hanno una vita produttiva di circa sette/dieci anni.
Una leggenda attribuisce l’origine di questa albicocca ai Templari – presenti in epoca medioevale in particolare a Lecce e Otranto – che la introdussero in questa zona di ritorno dai loro viaggi in Oriente. In effetti non sarebbe così strano: l’origine dell’albicocca va ricercata in Armenia e l’albicocca, come la maggior parte delle piante originarie del Vicino e Medio Oriente, è stata appunto importata, secondo gli storici dell’agricoltura, proprio ai tempi delle Crociate dai Cavalieri Templari.
L’albicocca tradizionalmente fruttifica nella prima quindicina di giugno.
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