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Il visciolo, o amareno o ciliegio aspro (Prunus cerasus, var. austera) è un piccolo albero originario dall’est Europa e dal Medio Oriente,
in particolare, dall’Armenia e dal Caucaso: si dice che sia stato importato in Italia dal tribuno militare romano Lucio Licino Lucullo,
al suo rientro dopo la terza guerra mitridatica nel 65 a.C., che ne raccolse una pianta e la trapiantò nel giardino della sua villa a Roma.

I suoi frutti, rosso acceso, aciduli e aspri da crudi, vengono consumati cotti, sciroppati, in conserve e marmellate.

In molte nostre zone la pianta cresce spontanea, soprattutto nei terreni scoscesi, collinari, argillosi e calcarei, oltre che negli orti e nei giardini.  È per esempio molto diffuso nelle campagne marchigiane, tanto da essere iscritto nell’elenco ufficiale dei prodotti agroalimentari tradizionali della regione. In particolare, è presente nell’entroterra pesarese, alle falde del monte Catria, e soprattutto nella zona di Cantiano, dopo che, all’inizio del Novecento, due imprenditori cominciarono a produrre l’Amarena di Cantiano, una composta di visciole conservate in sciroppo zuccherino, che ebbe grande successo. Ancora oggi, per ottenere l’Amarena, le ciliegie, private dei gambi, vengono calibrate tramite un setaccio, denocciolate, cotte cuocere nel loro liquido con l’aggiunta di zucchero, e infine imbottigliata. L’Amarena di Cantiano fa parte dei Presidi Slow Food.

A Cantiano, in particolare, l’Azienda agricola Morello Austera, di Igor e Ivan Lupatelli, ne coltiva quattro ettari in biologico e ne trasforma i frutti in amarene sciroppate e confetture.

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