Civico Orto Botanico
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Nel 1843 la municipalità di Trieste inaugurò l’Orto botanico, quale luogo di sperimentazione della crescita del pino nero austriaco, affidando la responsabilità al farmacista Bartolomeo Biasoletto.
Nel 1861, l’Orto venne ampliato per opera di Muzio Tommasini che utilizzò l’area per introdurre le specie floreali tipiche del Friuli Venezia Giulia. Quando nel 1903 fu nominato direttore il botanico Carlo de Marchesetti, l’Orto diventò pubblica istituzione annessa al Museo di storia naturale; l’area raggiunse la sua massima espansione e vennero introdotte specie palustri e specie utilizzabili a scopi industriali, economici e commestibili.
Chiuso per mancanza di risorse nel 1986, l’Orto botanico è stato oggetto di interventi di restauro dal 1991 al 1997 con la seguente riapertura.
Il giardino dell’orto botanico si sviluppa sul pendio di una collina del suburbio triestino, marginalmente a un’area residenziale. L’Orto botanico è confinato a sud dalla strada pubblica mentre a nord da una vasta superficie boschiva di flora spontanea (Bosco Farneto) e artificiale (Bosco dei Pini). All’interno una maglia di sentieri disposti secondo le curve di livello, descrivono i settori destinati alle diverse categorie di specie botaniche.
Collezioni principali.
– Piante da appartamento. All’inizio del percorso dedicato alle piante velenose “l’orto dei veleni”, sono esposte le più diffuse piante d’appartamento tossiche o letali.
¡Piante ornamentali. Nelle aiuole poste lungo il perimetro dell’orto, sono ospitate alcune collezioni di piante ornamentali (Hedera spp., Hydrangea spp., Hosta spp, Helleborus spp., Paeonia spp., Rosa spp., Viola spp.), bulbose a fioritura primaverile (Crocus spp., Galanthus spp., Eranthis spp.) ed autunnale (Sternbergia spp.).
– Florilegio di piante magiche. In un’aiuola disegnata su una trama di suggestioni esoteriche, arricchita con una fontana di pietra, simbolo della trinità, sono raccolte le principali piante dai significati magici, religiosi e mitologici. La magia è metafora del rapporto con la natura, fondamento dell’edificio mentale che l’uomo erige contro l’indistinto, stimolo per la conoscenza di tradizioni spesso basate su poteri officinali, o su tabù dettati dall’effettiva pericolosità del vegetale. Non quindi un incentivo alla superstizione.
– Il Giardino dei semplici. Il giardino dedicato alle piante officinali segue un criterio sistematico (Pignatti, 1982). La scelta delle specie si è basata sull’elenco delle piante iscritte alla Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, integrato con quelle presenti in studi di etnobotanica del Friuli-Venezia Giulia (di Lokar, Poldini, Rossi), su liste storiche (di Marchesetti) e su ricerche riguardanti le piante officinali del litorale austro-ungarico (Tominz, 1881).
– Fiori di loto. Nelle vasche sono collocate diverse specie acquatiche tra cui una collezione di fiori di loto (Nelumbo spp.), in piena fioritura nel mese di luglio ed agosto, con colori cangianti nelle sfumature del rosa bianco e giallo.
– Piante alimentari. Dopo accurate ricerche di fitoalimurgia (alimentazione con piante spontanee) si è giunti ad organizzare questa zona in base ai diversi ambienti di crescita delle singole specie, così da facilitarne il riconoscimento in natura.
– Il Giardino formale. Nelle ordinate aiuole delimitate da basse siepi di bosso, sono raccolte alcune collezioni di piante ornamentali che fioriscono in diversi periodi dell’anno. I generi, qui rappresentati da molte specie diverse, sono: Helleborus spp., Narcissus spp. , Paeonia spp. arbustive, Iris spp., Hydrangea spp., Hosta spp., Rosa spp., Salvia spp.
– Piante tintorie. La scelta di dedicare un settore ad una collezione di piante tintorie è nata dal desiderio di far conoscere alcune delle principali specie storicamente usate dai tintori, alle quali sono affiancate le spontanee di uso più limitato e locale, e le esotiche che mal sopportano i nostri rigidi inverni e devono essere protette nelle serre.
– Piante utili. In seguito ad un attento restauro delle strutture e della viabilità, questa sezione ospiterà le principali “piante dell’uomo”, cioè quelle che per usi diversi (alimentari, cosmetici, tessili) hanno accompagnato la storia e le vicende dell’umanità.
– L’orto dei veleni – sentiero piante velenose
Questo percorso guidato ci permette di conoscere più da vicino alcune piante velenose. Per ciascuna di esse vengono fornite informazioni scientifiche, accompagnate da curiosità ed impieghi. Il sentiero si propone anche di evidenziare ciò che di buono il veleno racchiude: nelle note farmacologiche citate in etichetta, si riportano gli utilizzi terapeutici delle varie sostanze tossiche.
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Contatti
Via Carlo de Marchesetti 2 - 34139 Trieste(TS)
040 360068
ortobotanico@comune.trieste.it
Altre info
Biglietti: intero 2,10 euro ; ridotto 1,00 euro; visite guidate 1,60 euro ; gratuito fno a 5 anni.
Orario di apertura: da marzo dalle 9.00 alle 13.00, da martedì a domenica; chiuso lunedì e nelle feste civili e religiose.