Tenuta Col d’Orcia
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Il toponimo Col d’Orcia, dal quale prende il nome l’omonima azienda vitivinicola, significa letteralmente “collina che si affaccia sul fiume Orcia”, al confine sud-ovest del territorio di Montalcino, nella provincia di Siena.
La posizione geografica della tenuta è particolarmente felice per la perfetta esposizione a mezzogiorno, per la protezione dal freddo da eventi meteorologici di particolare intensità costituita dalla barriera del Monte Amiata e per l’influenza esercitata del Mar Tirreno, distante in linea d’aria circa 35 chilometri. In particolar modo, la frequente presenza di vento garantisce le migliori condizioni per lo stato sanitario della vite. Grazie a queste condizioni, il Brunello prodotto dalla tenuta Col d’Orcia si distingue per struttura ed eleganza.
Da sempre l’azienda Col d’Orcia dedica particolare attenzione all’ambiente naturale entro il quale vengono svolte le attività agricole: per questo motivo dal 2010 ha scelto di iniziare il processo di conversione per ottenere la certificazione biologica, diventando così la più grande azienda vinicola biologica di tutta la Toscana. L’agricoltura biologica è stata applicata a qualsiasi forma di coltivazione e manutenzione del territorio circostante l’azienda e i suoi terreni, così che oltre ai vigneti, anche agli oliveti, ai seminativi, al parco e ai giardini.
Dal 1989 Col d’Orcia collabora con il Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze, per esaminare importanti temi viticoli che diventeranno oggetto di ricerca; per questo obiettivo sono stati impostati campi sperimentali sottoposti ai sistematici rilievi previsti nei protocolli di ricerca stessa.
Per quanto riguarda la tecnica colturale degli appezzamenti a vigneto, la regola tradizionale indicava lavorazioni ripetute, più o meno profonde, per eliminare le specie considerate infestanti e quindi la competizione idrica e nutrizionale, ma poiché questa tecnica comportava diversi inconvenienti tecnici e ambientali, è stato scelto l’inerbimento controllato, con ottimi risultati sia dal punto di vista agronomico sia ambientale.
Questa pratica ha portato alla regolazione dell’attività vegetativa e ne ha ridotto il ciclo, favorendo anche una maturazione migliore e anticipata, ha migliorato la calpestabilità del terreno e ha eliminato del tutto le erosioni dovute alle piogge intense.
Altre sperimentazioni hanno riguardato il diradamento dei grappoli, la surmaturazione delle uve per la produzione di Moscardello di Montalcino, la selezione clonale del Sangiovese, del Moscadello di Montalcino e del Vermentino.
Nel 2018, infine, l’azienda ha sponsorizzato il Festival del Paesaggio, che si è svolto a settembre a Sant’Angelo in Colle. Nel suo territorio si trova la Quercia di Poggio di Vento, una delle più celebri e importanti querce centenarie della Toscana, affidata alle cure dell’arboricoltore e tree climber Stefano Lorenzi e al suo team, che la potano nel rispetto delle più nuove tecniche rispettose dell’ambiente e la stimoleranno con prodotti naturali.
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Via Giuncheti - 53024 Montalcino (SI)(SI)
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