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Le Fonti del Clitunno si estendono su una superficie di circa 10.000 mq lungo la via Flaminia fra Spoleto e Foligno, nel comune di Campello sul Clitunno e sono alimentate da sorgenti sotterranee che sgorgano da fenditure nella roccia. Le principali sorgenti che alimentano il fiume Clitunno sono due: le “Fonti”, costituite da un’ampia zona sorgiva, alimentano il laghetto omonimo e hanno un carattere solfato-alcalino-terroso; la sorgente il “Tempio”, con acque di tipo bicarbonato-calcico, contribuisce a rifornire la rete dell’acquedotto ed è localizzata al fianco del Tempietto di Clitunno (in seguito trasformato in una chiesetta paleocristiana dedicata a San Salvatore, ancora oggi conserva gli antichi affreschi).

Le fonti erano dedicate al Dio Clitunno: già famose in epoca romana, e celebrate da Properzio, Plinio e Virgilio nei loro scritti, in tempi più recenti hanno ispirato poeti come Byron e Giosuè Carducci e pittori come Corot, Poussin, Minardi, Wilson. Le fonti assunsero il loro aspetto attuale grazie a Paolo Campello della Spina che, nel 1852, volle creare un parco per ricreare il paesaggio descritto da Plinio.

FLORA E FAUNA

Il sito mostra uno dei migliori esempi regionali di vegetazione idrofitica sviluppata in ambito sorgivo, per ricchezza floristica e stato di conservazione. Il laghetto artificiale è popolato da nasturzo acquatico (Nasturtium officinale) detto anche crescione, nontiscordardimè della palude (Myosotis scorpioides), coda di cavallo acquatica (Hippuris vulgaris), la mestolaccia (Alisma plantago), gamberaja maggiore (Callitriche stagnalis) e molte altre specie importanti come Hippuris vulgaris, idrofita presente in Umbria solo in altre due stazioni, Myriophyllun spicatum, Myriophyllum verticillatum e Carex acutiformis – specie rare a livello regionale.

Le rive sono caratterizzate dalla presenza dominante di pioppo cipressino (populus nigra var. “Italica”) e salici (Salix spp. ). La fauna ittica è rappresentata da esemplari di trota fario; ghiozzetto di ruscello, carassio, carpa, vairone, barbo tiberino, cavedano, spinarello, lampreda e rovella.

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