Foresta Demaniale del Monte Baldo
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Il Monte Baldo è la catena montuosa più occidentale delle Prealpi venete e si estende tra il Veneto ed il Trentino, delimitato a nord dalla valle di Loppio, a ovest dal lago di Garda, a est dalla Val Lagarina e a sud dalla conca di Caprino e dall’anfiteatro morenico di Rivoli.
Il nome del monte “Monte Baldo” compare per la prima volta in una carta topografica germanica del 1163 e le prime tracce della presenza umana risalgono alla preistoria, come testimoniano le incisioni rupestri del Monte Luppia.
Numerose opere difensive sparse sul territorio testimoniano la colonizzazione da parte dell’uomo di queste terre; attorno sorsero piccoli villaggi con cappelle e chiesette, alcune delle quali ancora ben conservate; a risorsa principale delle popolazioni era la pastorizia tanto che anticamente il Monte Baldo era chiamato la “Montagna dei pastori”.
Con il passare del tempo la pratica dell’alpeggio si sviluppò in allevamento del bestiame, soprattutto dei bovini Molti boschi vennero distrutti per far spazio a prati e pascoli e un po’ ovunque sorsero delle costruzioni caratteristiche, le malghe.
Il Monte Baldo racchiude al suo interno una straordinaria ricchezza floristica. Sulle rive del lago si estende una fascia caratterizzata dalla coltivazione della vite (Vitis vinifera) e dell’ulivo (Olea europaea).
Verso i 600-700 metri di quota il monte è caratterizzato da una vegetazione naturale boschiva, che forma una Foresta demaniale, costituita fondamentalmente da roverella (Quercus pubescens) nelle zone asciutte e soleggiate e da carpino nero (Ostrya carpinifolia) sui versanti più umidi e freschi. Si associano a queste due specie l’orniello (Fraxinus ornus), il cerro (Quercus cerris), il pero corvino (Amelanchier canadensis), il bagolaro (Celtis australis) e l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum).
Nelle zone più aride e secche e su versanti ripidi e scoscesi, si trovano estese macchie di leccio (Quercus ilex), associato spesso con l’ilatro (Phillyrea latifolia) e l’alaterno (Rhamnus alaternus).
Dove invece il suolo è moderatamente acido si possono osservare alcuni castagneti da frutto (Castanea sativa).
La fascia superiore è caratterizzata dalla faggeta unita ad uno strato arbustivo con il nocciolo (Corylus avellana), il viburno lantana (Viburnum lantana) e la rosa canina (Rosa canina) e altre specie arboree quali abete bianco e rosso (Picea abies e Abies alba), l’acero di monte (Acer pseudoplatanus), il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), il sorbo montano (Sorbus aria) e il ciliegio selvatico (Prunus avium).
Le superfici a prato occupano per lo più il versante orientale mentre su quello occidentale sono in pratica assenti per l’elevata pendenza del terreno e lo strato erbaceo è ricco di numerose specie tra cui molte orchidee, l’erba trinità (Hepatica nobilis), l’erba limona (Melittis melissophyllum) e il ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascens).
Nella flora delle zone più elevate della catena baldese spiccano alcuni importanti endemismi tra cui il ranuncolo di Kerner (Callianthemum kerneranum), la carice candida (Carex baldensis), la campanula del M. Baldo (Campanula petraea) e l’anemone del M. baldo (Anemone baldensis). Sulle creste e nelle vallette nivali, dove la neve accumulatasi durante l’inverno persiste per molti mesi, si osservano piccoli cespugli striscianti di salici nani (Salix herbacea, Salix retusa, Salix reticulata) e una rada vegetazione erbacea a carice rigida (Carex firma), sesleria minore (Sesleria sphaerocephala), geranio argentino (Geranium argenteum) e silene a cuscinetto (Silene acaulis).
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