Giardino Botanico Michele Tenore

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Il Giardino Botanico Michele Tenore si trova nella provincia di Chieti, all’interno del Parco Nazionale della Majella ed è stato riconosciuto come Giardino di Interesse Regionale dalla Regione Abruzzo. È stato realizzato nel 1995 insieme al Museo Naturalistico M. Locati, grazie ad una iniziativa del Comune con gestione, dal 2000, affidata all’Ente Parco. Simbolo del Giardino è il fiordaliso della Majella (Centaurea tenoreana), endemismo della Majella orientale dedicato al botanico napoletano Michele Tenore che nel 1831 visitò questi luoghi individuando numerose specie fino ad allora sconosciute. Il giardino è nato con l’intento di far conoscere le piante autoctone, e nel corso degli anni ha assunto un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle specie rare o a rischio di estinzione che ha portato l’Ente Parco a diventare membro fondatore della Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ della flora italiana (RIBES). Attualmente il giardino ospita circa 500 specie su una superficie di 9000 metri quadrati ed è strutturato in sezioni che riproducono gli ambienti vegetazionali della Majella. con specie dell’Appennino Centrale o esclusive della Majella e dei rilievi circostanti, oltre alla ricostruzione di habitat forestali tipici del territorio del Parco, come la faggeta, la cerreta, l’orno ostrieto e il querceto a roverella (Quecus pubescens). Una sezione del giardino è dedicata al recupero delle cultivar agronomiche, con un frutteto coltivato con circa 20 varietà locali di fico, pesco e susino reperite nel territorio del Parco e nelle aree limitrofe.

Sezioni del giardino
L’ubicazione dell’Orto, sul versante orientale della Majella, ha favorito la creazione di diversi ambienti come le rupi e ghiaioni di bassa quota: ospitano diversi endemismi tra cui la campanula di Cavolini (Campanula fragilis subsp. cavolinii), il giaggiolo della Marsica (Iris marsica) e l’astragalo aquilano (Astragalus aquilanum) accanto a specie presenti su entrambe le sponde del mar Adriatico come la saponaria a foglie di pratolina (Saponaria bellidifolia), e la dripide (Drypis spinosa).

Un altro ambiente rappresentativo con il suo degradare in gariga, è la macchia mediterranea, che ospita oltre a lecci (Quercus ilex), corbezzoli (Arbutus unedo) e alaterno (Rhamnus alaternus), piccoli arbusti colorati come il cisto rosa e il cisto bianco, piante aromatiche come la santoreggia (Satureja spp.) e l’elicriso (Helichrysum italicum) e diverse specie di asfodeli.

Paesaggio agricolo del Neolitico: oltre a capanne realizzate con materiali vegetali, terra e sterco sono state riprodotte alcune sezioni con diversi varietà di cereali e leguminose come la cicerchia (Lathyrus sativus), l’ervo (Vicia ervilia) e piante da cui si estraevano olii come la canapa (Cannabis sativa), il lino ((Linum usitatissimum) e il papavero (Papaver rhoeas).

Piante officinali: ospita specie utilizzate un tempo nella zona di Lama dei Peligni, nota come il “paese dei “magari” ovvero degli stregoni.

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Contatti

Lama dei Peligni(CH)

0872 916010

http://www.parcomajella.it

Altre info

Biglietto Giardino e Museo: 3,00 euro; ridotto (7-14) 1,50 euro; gratuito per bambini (0-6) e over 70

Dal martedì al sabato.

10:00-13:00; da aprile a giugno anche domenica e festivi 10:00-13:00 e 16:00-19:00

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