Casa Lajolo

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Casa Lajolo si trova nel borgo medievale di San Vito, ai piedi del Monte San Giorgio, a Piossasco, in provincia di Torino.

Tipica villa di campagna storica, deve aspetto l’attuale assetto intorno alla metà del 1700, probabilmente per opera del conte Aleramo di Chialamberto, come confermano sia l’aspetto esterno sia le decorazioni tardo-barocche dei soffitti. Il portico con sovrastante terrazzo all’estremità nord-orientale della casa, così come la struttura adiacente, sono stati invece aggiunti nella seconda metà dell’Ottocento dai Lajolo, nel rispetto della coerenza stilistica.

In tempi recenti sono state restaurate le decorazioni delle pareti di alcuni ambienti che erano state nascoste da strati di pittura. La casa infatti ha subito danni devastanti dovuti all’occupazione delle truppe italiane durante la Prima Guerra Mondiale, dei comandi tedeschi durante la Seconda, oltre ad aver ospitato temporaneamente un gruppo di suore francesi nel periodo tra le due guerre.

Più recentemente sono stati effettuati interventi di restauro conservativo e di manutenzione straordinaria, eseguiti nel rispetto dei vincoli imposti dalla Sovrintendenza dei Beni Artistici ed Ambientali.

Il giardino, celato alla vista di passanti da alte mura, è costituito da tre terrazze, che seguono la naturale pendenza del terreno, contornate da muretti a secco e unite da agevoli gradini in pietra.

La prima, più vicina all’abitazione, ospita esemplari di palme (Trachycarpus fortunei), numerose piante di agrumi (Citrus spp.) in vaso e una grande pianta di tasso (Taxus baccata).

La seconda, più in basso rispetto alla precedente, si caratterizza per le regolari e rigorose geometrie del parterre di bosso (Buxus sempervirens), potato secondo i dettami dell’ars topiaria, suddiviso in quattro quadranti al centro dei quali c’è un pozzo.
L’intero grande parterre è delimitato a est da una siepe di tasso (Taxus baccata), oltre la quale si sviluppa un piccolo bosco di  tassi, conifere e un esemplare di noce nero (Juglans nigra). Qua e là, dalle siepi di bosso potate in forma spuntano diversi arbusti o piccoli alberi da fiore, tra cui magnolie (Magnolia spp.), lillà (Syringa vulgaris), viburni (Viburnum spp.), peonie arbustive e ortensie (Hydrangea spp.).

La terza terrazza, dalle forme più irregolari, ospita il frutteto della famiglia che comprende ciliegi (Prunus avium), peschi (Prunus persica), peri (Pyrus communis), susini (Prunus domestica), fichi (Ficus carica), viti (Vitis spp.) assieme a ribes (Ribes rubrum) e lamponi (Rubus idaeus).
Le piante sono disposte in quinquonce (ossia ai vertici di un triangolo equilatero), interrotte soltanto da camminamenti prospettici, costeggiati da una bordura argentea di Stachys byzantina.

Al di sotto delle terrazze, a un livello più basso di circa 5 metri, si trova l’orto, circondato da un muro secondo il modello di  hortus conclusus medievale. Su questo stesso livello si trovano vigne in parte a pergolato, alberi da frutto, una piccola peschiera e una bealera con lavatoio per l’irrigazione.

Nel corso degli ultimi anni questo spazio è stato oggetto dell’avvio di una sostanziale trasformazione grazie all’intervento progettuale dell’architetto Monica Botta, che lo ha trasformato in orto-giardino, che formalmente riprende le geometrie del giardino all’italiana. Tecniche di coltivazione che escludono trattamenti “invasivi” e favoriscono la sinergia tra le diverse piante cercando di recuperare antiche pratiche contadine, fanno dell’orto un luogo speciale, bello e virtuoso.

Oggi la proprietà è tutelata dalla Fondazione Casa Lajolo, nata nel 2016, che rivogle particolare attenzione agli aspetti legati alla comunità del territorio e all’utilizzo del giardino, dell’orto e delle coltivazioni.

La Biblioteca
La biblioteca di Casa Lajolo è composta da due fondi: il fondo Chialamberto-Lajolo e il fondo De Vecchi, componente milanese della famiglia, per un totale di circa 1600 volumi. Il pezzo più antico in assoluto data 1610 per il primo e il 1710 per il secondo. Il fondo De Vecchi comprende anche opere musicali: circa 120 libretti d’opera, degli inizi dell’Ottocento, alcune prime edizioni e alcuni programmi del Teatro alla Scala degli anni ’20, alcune commedie in dialetto milanese della collana del “Repertorio del Teatro milanese” dal 1869 al 1875 circa, e altri 150 libretti della famiglia Lajolo rinvenuti recentemente in occasione di lavori di restauro.

Da sapere: la casa e il giardino sono visitabili da marzo a ottobre tutte le ultime domeniche del mese o secondo il calendario annuale specificato nella sezione “eventi” o, previo accordo, su prenotazione. È possibile inoltre utilizzare il giardino o gli spazi interni per eventi privati o servizi fotografici.

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Contatti

Via San Vito 24, 10045 - 10045 Piossasco(TO)

http://www.casalajolo.it

Altre info

La casa e il giardino sono visitabili da marzo a ottobre tutte le ultime domeniche del mese o secondo il calendario annuale specificato nella sezione “eventi” o, previo accordo, su prenotazione

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