Giardino di Villa Manzoni
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La Villa Manzoni fu proprietà della famiglia dei Conti Imbonati, che costruirono la parte più antica del palazzo alla fine del ‘600. Alla morte di Carlo Imbonati, avvenuta nel 1805, la casa e tutti i terreni vennero lasciati per testamento a Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni. Quando i Manzoni arrivarono da Parigi a Brusuglio nel 1807, trovarono l’edificio in stato di notevole abbandono, decisero di iniziare i lavori di restauro e ristrutturazione. In questi anni, dal 1811 al 1818, Alessandro Manzoni in prima persona, insieme all’Architetto Gottardo Speroni, la costruzione del corpo centrale che unì i due fabbricati esistenti e la Villa acquistò quell’aspetto architettonico che richiama lo stile francese e che caratterizza la Villa Manzoni di oggi.
Dal 1810 al 1820 Alessandro Manzoni si dedicò alla creazione dell’ampio parco, dove si può tuttora ritrovare e quasi respirare la sua grande passione per le piante e per la botanica; s’interessò personalmente delle piantagioni facendosi inviare da Claude Fauriel (critico e filologo francese, 1772-1844) alcune sementi scelte dai cataloghi dei vivai parigini destinate al vigneto ed al giardino.
LE PIANTE
La grande passione di Alessandro Manzoni per il giardino è testimoniata anche dalla grande voglia di sperimentare, introducendo pure nuove essenze, come le ortensie (Hydrangea hortensis e Hydrangea macrophylla, soprattutto le varietà ‘Annabelle’ e ‘Alberta’, e Hydrangea quercifolia), allora sconosciute in Lombardia, e piante allora innovative come le robinie (Robinia pseudoacacia), gli alberi dei tulipani (Liriodendron tulipifera), numerose magnolie, aceri giapponesi (Acer japonicum), diverse Bignoniaceae, le Catalpa bignonioides, i Liquidambar styraciflua, tigli (Tilia cordata), gli Hibiscus spp. e i Cedrus deodara.
Da vero appassionato, aveva introdotto un’altra curiosità botanica, il Sassafras albidum, pianta di origine indio-americana arrivata in Italia nel 1630.
Ci sono ancora oggi molti alberi da lui piantati (dei circa 950 esemplari che si dice avesse sistemato): il romantico Viale dei Platani che dallo studiolo conduce al fiume Seveso, la sua catalpa, la quercia da lui innestata e il boschetto di tassi.
Recentemente infatti il giardino è stato restaurato, grazie a un importante lavoro di riordino che ha valorizzato le piante storiche, ridandogli il più possibile l’aspetto originario.
Curiosità
Il Manzoni amava molto fare esperimenti: piantava cotone, con poco successo, e amava sbalordire gli amici stessi annunciando che l’anno seguente avrebbe potuto offrire loro il caffè cresciuto nel suo giardino!
Si racconta che il Manzoni fosse in giardino, seduto sul tronco disteso della sua catalpa, quando venne avvisato della morte di Napoleone e lì, di getto, scrisse la famosa ode “5 Maggio”.
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Contatti
Via Cardinale Borromeo,16 - Cormano(MI)
info@villa-manzoni.it