Giardino pensile Palazzo Venezia

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Palazzo Venezia rappresenta una delle più importanti costruzioni ubicate nel cuore della città, unica nel suo genere.

Palazzo Venezia dotata di una magnifica loggia, una “casina pompeiana” e uno splendido e storico giardino, si distingue per l’intensità e la forza della sua storia. Ed è proprio a questa particolare “verzura”, che celebri studiosi gli hanno dedicato le loro indagini e le loro riflessioni sottolineandone il carattere paradigmatico del giardino di Palazzo Venezia, come fosse modello nel quale è possibile rintracciare  i principali caratteri del giardino napoletano.

“Il banco tufaceo su cui insistono quasi tutti i giardini, forato da mille e mille cunicoli e grotte, esprime il saldo legame dell’elemento vegetale con il sito di fondazione della città cumana, distesa nel punto più alto di un pianoro conformato a terrazzamenti naturali che degradano in pendio da Sant’Aniello a Caponapoli fino a Monterone e cinta da mura che assecondano docilmente l’orografia naturale.

Il giardino pensile di Palazzo Venezia in Via Benedetto Croce è una testimonianza di questa condizione. Esso conserva ancora un accentuato andamento in pendio sul massiccio banco tufaceo percorso da cavità artificiali che mettono in comunicazione il cortile, l’appartamento ed il giardino che presenta l’orientamento del vicino convento di San Domenico Maggiore, a sua volta condizionato dalla presenza delle mura greche lungo il lato occidentale della chiesa. Si tratta di un giardino di grande rilievo paradigmatico perché, sebbene mutilato e trasformato, esprime in maniera esauriente i caratteri fondamentali dei giardini del centro antico.

L’edificio cui appartiene fu definito da Croce “il napoletano di Venezia”. La sua storia è possibile ricostruirla dal 1412, anno in cui re Ladislao d’Angiò Durazzo lo dona alla Serenissima Repubblica veneziana dopo averlo confiscato ai Sanseverino di Matera, ma è accertata una sua origine quanto meno trecentesca. Diviene così una stabile sede diplomatica di Venezia e la residenza del suo rappresentante. La cinquecentesca cartografia di Jan Van Stinemolen documenta con realismo la versione originaria ad un piano con il fronte principale prospettante sul decumanus inferiore la parte retrostante su un’ampia area verde connotata col suo naturale andamento orografico.

La ridotta dimensione dell’attuale giardino è conseguenza della progressiva espansione del limitrofo palazzo Brancaccio, oggi Filomarino, che ancora nel 1756 – come ricorda una lapide visibile sul muro di confine – ne ottiene, dalla Repubblica di Venezia, un’ulteriore porzione per edificarvi una nuova ala.
Dopo le numerose modifiche del disegno, l’impianto geometrico, ancora leggibile nella pianta del duca di Noja ( 1775), viene trasformato nei primi decenni dell’Ottocento in una composizione di gusto romantico con aiuole curvilinee, oggi molto semplificate rispetto al minuzioso schema riportato dalla pianta Schiavoni (1877).

Nella seconda decade dell’Ottocento il giurista Capone acquista il palazzo dal governo austriaco e realizza un volume absidato tra la loggia e il giardino. In tal modo, l’area verde viene riportata all’originaria condizione di luogo non immediatamente visibile. La costruzione di un coffee-house in stile pompeiano ne accresce ulteriormente il godimento, enfatizzandone l’intimità e l’isolamento. Non è un caso forse che il modello vagheggiato dal nuovo proprietario sia desunto dall’architettura romana e per questo il giardino ritorni ad assumere i toni della classicità. Sul tempietto una iscrizione latina rievoca un’atmosfera in parte ancora percepibile ed i complessi valori che tale luogo riassume: “ CARA DOMUS SED UBIHORTULUS ALTER ACCESSIT QUANTO CARIOR ES DOMINO NUNC ET ADESSE AT ABESSE FORO NUNC TEMPORE EODEM VIVERE MI RURI VIVERE IN URBE LICET A.1818 “ ( Da molto tempo tu mi sei cara, o casa, ma da qundo un orticello si è aggiunto quanto più cara sei ora al tuo padrone ed io ora posso prender parte alla vita pubblica o non parteciparvi ed allo stesso tempo posso vivere in campagna e vivere in città”).

Il giardino di Palazzo Venezia resta un paradigma isolato per la compresenza in esso di quasi tutti i caratteri peculiari del giardino napoletano. […]”.

citazione tratta da Maria Luisa Margiotta, Pasquale Belfiore, Ornella Zerlenga, Giardini storici napoletani, Electa, 2000 cit.p.14 e ss.,

fonte foto e testo, https://thesooper.it/napoli/luoghi-da-scoprire-a-napoli/ville-palazzi-castelli/palazzo-venezia/, http://www.palazzovenezianapoli.com/?page_id=21

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Contatti

Via Benedetto Croce, 19 - 80100 Napoli(NA)

081 5528739

http://www.palazzovenezianapoli.com/?page_id=21

Altre info

Orario visite: 10,00- 13,30 15,30 – 19,00

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