Gole del torrente Quirino
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Le Gole del Torrente Quirino, situate a ridosso del paese di Guardiaregia, formano una stretta e profonda incisione tra il centro abitato e le alture della Torretta con una lunghezza di circa 3,5 km dagli 800 m sul livello del mare in località Arcichiaro fino a circa quota 600 della chiesa di Santa Maria ad Nives di Guardiaregia.
Tra i canyon più importanti dell’Appennino, le Gole del Quirino rappresentano la tipica incisione dalla duplice origine tettonica e carsica, infatti, la frattura provocata dai grandi eventi che hanno portato al sollevamento del massiccio del Matese è stata scavata e modellata in milioni di anni dal costante ed impetuoso scorrere delle acque.
Nei pressi di Guardiaregia, il canyon del Quirino riceve le acque del torrente Vallone Grande con la spettacolare cascata di San Nicola che, con tre balzi, ha un’altezza totale di circa 100 metri.
Alla Gola si accede in prossimità della cappella di S. Maria della Neve, nel territorio di Guardiaregia, costeggiando un rigagnolo che si riversa nel torrente. Il primo tratto del percorso è come un grosso viale ciottoloso, agevole da percorrere, che a tratti si espande enormemente fino a raggiungere una larghezza di circa 40 metri. Immediatamente si avverte il senso del silenzio e del maestoso, quasi ad aver attraversato la porta che segna il confine tra il nostro mondo reale, rumoroso e caotico ed un mondo fantastico, sconosciuto e misterioso.
Qua e là, in netto contrasto con il candore dei ciottoli, si incontrano delle grosse macchie di verde, costituite da piante di cavolaccio (Adenostyles alpina) e di farfaraccio (Patasites officinalis) erbacee perenni dalle foglie gigantesche, anche di oltre 50 centimetri di diametro.
Man mano che si risale il torrente, il paesaggio muta il suo aspetto ma è costante la sensazione di primitivo e che si è conservato così stupendamente immune da qualunque profanazione della civiltà moderna.
Le rocce, erose da millenni di piogge, mostrano una incredibile plasticità nelle forme: sono vere e proprie sculture naturali a cielo aperto, che spesso assumono sembianze strane di animali o di volti umani; mentre una radice secolare, trascinata a valle dalla corrente, consumata dal vento e incastrata fra grossi massi di pietra, fa pensare ad una testa di cammello.
LE ROCCE
La formazione del canyon è dovuta alla concomitanza di più fattori, i più essenziali dei quali sono: la particolare struttura tettonica dell’area distinta da una rete di fratture che impostano la rete idrografica; la litologia del territorio, fatta di calcari in banchi e banchi dislocati in monoclinale; la erosione fluviale che ha inciso profondamente l’area in corrispondenza delle fratture.
Le rocce del canyon sono distinte da calcari e calcari organogeni in strati e bancate.
Nei calcari organogeni del Cretacico si rinvengono, tra l’altro, resti fossili di Rudiste, gruppo di bivalvi estinti con la fine del Cretacico.
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Contatti
Contrada Mencaro SNC - Guardiaregia(CB)
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