I Giganti della Sila
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Pinus nigra ssp. calabrica (Pinaceae)
Il pino laricio o calabro è una specie endemica del sud Italia.
52 esemplari della specie, denominati i giganti della Sila si trovano all’interno della Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro in località Sila Grande a 1420 m di quota, qui si trovano all’interno di un bosco misto con pioppo tremulo, faggio e acero montano.
La riserva è un’area di studio e conservazione del pino laricio.
Le dimensioni dei 52 esemplari sono diverse tra loro, la circonferenza del tronco varia da 1.87 m a 7.1 m dell’esemplare più grande, mentre l’altezza varia da 35 a 43 m.
L’età stimata del gruppo di pini larici è di circa 350 anni.
Quando vi trovate tra i pini larici della riserva non potete che sentirvi piccoli mentre ammirate i loro fusti che svettano verso l’alto, sempre più in alto.
Come raggiungerlo:
La Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro si trova nel comune di Spezzano della Sila (CS), facilmente raggiungibile con automobile, treno e pullman (vedi sito ufficiale della riserva).
Scheda botanica del pino laricio:
Sottospecie di Pinus nigra, il pino laricio è endemico della fascia montana inferiore della Sila, dell’Aspromonte e dell’Etna dove forma pinete sui versanti meridionali su rocce silicee.
Albero sempreverde che raggiunge i 45-50 m di altezza.
Il pino laricio si accontenta di poca acqua e poca terra per vivere, è considerata una specie forestale pioniera proprio per queste sue capacità.
Il tronco può essere senza rami per i primi 30-40 m di altezza, gli esemplari più giovani portano i rami orizzontali al terreno mentre gli esemplari più vecchi presentano i rami arcuati verso l’alto.
La corteccia è formata da placche grigiastre.
Il legno è di qualità ottima e veniva usato per la costruzione di navi. Durante il secolo scorso molti degli alberi di pino laricio, che formavano boschi fitti sulla Sila, sono stati abbattuti durante la guerra per ricavarne legna.
Alcuni alberi portano ancora il segno delle incisioni effettuate nella corteccia per estrarre la resina, ottima come combustibile per accendere le torce, isolante e per la produzione di acquaragia.
Le pigne, di piccole dimensioni, contengono pinoli non commestibili per l’uomo, quando queste si aprono sono molto simili a quelle del larice, ecco da dove deriva il nome comune della specie.
FOTO:
https://www.fondoambiente.it/luoghi/i-giganti-della-sila
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87058 Croce di Magara(CS)