Ilex du Pantanu
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Quercus ilex (Fagaceae)
In un bosco tra lecci, castagni e roverelle cresce da circa 700 anni il leccio più grande e antico dell’Etna. Questo maestoso albero è stato inserito nel patrimonio italiano dei monumenti verdi nel 1982 ed è tra i 150 alberi italiani di eccezionale valore storico e monumentale.
Il grande leccio presenta una circonferenza del tronco di 4,80 m che a 2.60 m di altezza si divide in quattro grosse branche principali formando un’ampia chioma globosa. I rami elicoidali sono lunghi e alcuni di questi, a valle, sfiorano il terreno vulcanico su cui l’albero affonda le sue possenti radici.
Le condizioni fitosanitarie dell’albero sono buone, presenta un inizio di marcescenza alla biforcazione principale.
Localmente il monumentale leccio viene chiamato “Ilice du Pantanu”, perché era presenta in passato una zona umida vicino all’albero, o “Ilice du Carrinu” perché un vecchio proprietario si chiamava Carlino.
Lo spettacolare leccio è tutelato dal Parco dell’Etna.
Come raggiungerlo:
Da Caselle, frazione del comune di Milo (CT), si percorrono alcune centinaia di metri fino a una sbarra, qui si parcheggia l’auto e si prosegue a piedi per una stradina nei boschi che in circa 10 minuti porta ai piedi dell’albero monumentale.
Scheda botanica del leccio:
In Italia la specie è diffusa maggiormente nelle regioni ioniche e tirreniche e nelle isole maggiori, mentre sul versante adriatico si distribuisce in modo discontinuo e sporadico.
Esistono due nuclei relitti di periodi più caldi sui Colli Euganei e nel ferrarese.
Il punto più a nord di crescita del leccio coincide con le Prealpi Carniche su pareti verticali rivolte a sud.
Il leccio è una pianta sempreverde con foglie coriacee che formano una chioma di color verde scuro.
La specie è xeroresistente, predilige l’ombreggiamento protettivo nella fase giovanile e si adatta bene a diversi tipi di terreni ma evita quelli argilloso-compatti e con ristagno idrico.
Il legno di presenta duro e di difficile lavorazione e stagionatura in quanto tende ad imbarcarsi e spaccarsi. Un tempo veniva usato per costruire attrezzi o pezzi di carri agricoli che dovevano resistere all’usura. Eccellente combustibile, produce un ottimo carbone.
FOTO:
https://www.buonastrada.eu/pdi/ilice-di-pantano/
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Contatti
95010 Milo(CT)