Le mandorle sarde

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In Sardegna il mandorlo (Prunus dulcis) viene coltivato sin dall’antichità. Le prime coltivazioni specializzate, incoraggiate dal Ministero dell’Agricoltura, risalgono ai primi del ‘900, soprattutto nel retroterra di Cagliari e nell’agro di Sanluri, epoca in cui mandorlo era il fruttifero più coltivato, con 6000 ettari in colture specializzate e 5000 ettari in coltura promiscua. A partire dagli anni ’50 è cominciato il declino di questa coltura in Sardegna, anche se la regione ricopre comunque, il terzo posto nella produzione di mandorle, dopo Sicilia e Puglia.

Le più antiche e comuni varietà locali sono ‘Arrubia’, ‘Cossu’, ‘Olla’, ‘Troito’ ‘Schina ‘e Porcu’.
Le mandorle possono essere consumate direttamente, tostate o crude, ma in Sardegna vengono utilizzate, tagliuzzate, macinate, intere o glassate, soprattutto nella preparazione dei dolci, per molti dei quali costituiscono spesso l’ingrediente di base come il gatò, il torrone, i confetti, gli amaretus, i candelaus, i gueffus, and Ozieri sweets. Dalle mandorle si estraggono inoltre oli ed essenze che hanno un ampio utilizzo nella farmacopea tradizionale e nella moderna industria cosmetica e farmaceutica.

Purtroppo, oggi si tende sempre più ad utilizzare mandorle importate dall’estero perché economicamente più convenienti, sebbene di qualità inferiore.

In Sardegna sono tanti i centri rinomati per la produzione di mandorle. Fra questi occorre ricordare Baressa, in cui, nel mese di Settembre, si svolge anche una bella sagra dedicata a questo pregiato frutto.

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Contatti

Via Is Tellaias 6 - 0909 Baressa (OR)()

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