Orto dei Semplici Elbano
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L’Orto dei Semplici, esteso su 6200 metri quadri ed annesso all’Eremo di Santa Caterina a Rio nell’Elba, è nato nel 1990 su idea dei Proff. G. Corsi e F. Garbari con l’intento di promuovere e diffondere la conoscenza delle piante spontanee e coltivate dell’Arcipelago Toscano e di conservare le tradizioni etnobotaniche a esse legate.
La struttura, inoltre, doveva essere elemento catalizzatore di nuove iniziative produttive in campo agricolo e ambientale, nel quadro di uno sviluppo economico e occupazionale, in sintonia con le risorse del territorio e con le tradizioni delle comunità locali. L’Orto si è assunto, quindi, il ruolo di conservare e valorizzare le specie di interesse naturalistico, farmaceutico, agrario e forestale dell’Arcipelago Toscano, inserendosi perfettamente nelle molteplici attività istituzionali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano quali la tutela delle risorse naturali, espressione più significativa della biodiversità insulare.
L’ attività presso l’Orto dei Semplici è stata avviata e mantenuta nel tempo, in primis grazie a iniziative di carattere privato (Volontariato, Associazione Amici dell’Eremo) e del Comune di Rio nell’Elba, poi con il supporto di altri Enti pubblici quali la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, la Comunità Montana e il Parco Nazionale dell’Arcipelago.
La parte scientifica, relativa a indagini su piante spontanee e coltivate, è stata curata da Ricercatori del Dip.to di Scienze Botaniche dell’Università di Pisa e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Sono state individuate, raccolte e collocate, in apposite parcelle, piante spontanee, esclusive o rare (endemiche) di diverse località e ambienti tipici dell’Elba (ad esempio la ruchetta di mare, l’erba di san Pietro, la catapulta delle sabbie ed il giglio di mare)
All’interno dell’Orto l’area è organizzata in 10 sezioni tematiche e gli elementi costitutivi utilizzati per delimitarne gli spazi, i camminamenti e le zone di sosta sono principalmente in pietra, tufo e legno. I dieci horti sono: la macchia mediterranea, il pergolato, la flora delle dune marine, le piante sacre delle civiltà antiche – con piante simboliche come l’alloro, il melograno, la ruta, la palma nana e ed il cipresso – le piante degli antichi giardini elbani il labirinto (dedicato alle piante alimentari che vengono raccolte ancora oggi dalla popolazione dell’Elba) l’anfiteatro, il giardino delle farfalle, il frutteto e il campo grande.
All’ingresso, il settore della macchia mediterranea sono presenti specie usate sia nella medicina popolare sia in erboristeria come il mirto, la lavanda, il rosmarino e il ginepro.
Inoltre, in uno specifico campo catalogo sono state messe a dimora le principali specie coltivate da frutto (susino, pero, pesco, ciliegio, mandorlo, vite ecc.), alcune a serio rischio di estinzione, ma anche antichi vitigni tradizionalmente coltivati all’Elba come l’Aleatico, l’Ansonica, il Procanico e l’Alicante.
Attualmente l’Orto fa parte di un progetto finanziato dal ‘ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale della Regione Toscana per promuovere iniziative volte a recuperare, caratterizzare, conservare e valorizzare il germoplasma autoctono. Il progetto presentato all’ARSIA dalla Scuola Superiore Sant’Anna e da Enti territoriali (Comune, Provincia, Parco, APT, Eremo e Aziende locali) che ha proprio l’obiettivo di censire il patrimonio frutticolo nei territori elbani, prevedendo anche una caratterizzazione scientifica (schede pomologiche, etnobotaniche, analisi del DNA, nutraceutica ecc.).
Le varietà che dimostreranno un radicato legame storico, culturale, sociale o economico con il territorio verranno iscritte nel Repertorio Regionale. Sarà anche fornito un quadro generale e un database informatizzato dei risultati delle ricerche per evidenziare le varietà più idonee a essere ridiffuse sul territorio. Inoltre, verrà definito un “paniere di prodotti”, che meglio traduca la secolare tradizione popolare della gastronomia isolana attraverso filiere che coinvolgeranno l’imprenditoria locale (coltivatori, trasformatori, venditori, ristoratori ecc.).
Recuperare, caratterizzare e ridiffondere le vecchie varietà autoctone non rappresenta un’involuzione agricola, ma una inevitabile presa di coscienza delle problematiche ecologiche e di sostenibilità dell’ambiente, con la consapevolezza che in Toscana puntare alle produzioni di nicchia è una strada percorribile, come dimostrano le numerose realtà imprenditoriali del settore agroalimentare e turistico.
L’Orto dei Semplici dell’Eremo di Santa Caterina attraverso il potenziamento del campo catalogo dei fruttiferi, illustrante le tradizioni agricole ed etnobotaniche dell’Arcipelago, e diventando una sezione ufficiale della Banca del Germoplasma Toscano dell’ARSIA, potrà migliorare il suo ruolo formativo, culturale e turistico.
Le informazioni sono estratte dall’articolo Orto dei Semplici elbano, museo vivente di specie vegetali, del prof. Agostino Stefani, docente di Botanica e Biologia vegetale della Scuola Superiore di Studi Universitari S.Anna di Pisa, pubblicato su L’InformaRio, n.1, 2010.
Fonte foto e testo: https://www.infoelba.it/isola-d-elba/luoghi-da-visitare/musei/orto-dei-semplici/
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