Parco delle Cave
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Il parco delle Cave di Baggio si trova a ovest della città, si estende per ben 135 ettari ed è uno dei primi parchi urbani della città, fu inaugurato nel 2002 e si trova entro i confini nel Parco Agricolo Sud . Il suo nome deriva dalle quattro cave che nel 1920 qui erano presenti per l’estrazione di ghiaia e sabbia per poi essere dismesse negli anni sessanta, con la loro dismissione anche l’intera area andò incontro al degrado. Nel 1976 finalmente il Piano regolatore destinava l’area a parco, si iniziò immettendo acque del Ticino nelle cave, ma solo grazie ad Italia Nostra, che si incaricò della riqualificazione, il Parco rinacque.
All’interno del parco sono presenti diversi ambiti sia in ambito naturalistico, come i prati a fienagione, la marcita, l’area umidi e l’area naturalistica, sia relativi a edilizia rurale come i Trii Baselloni, le aree destinate alle associazioni oppure i percorsi didattici;
- Il prato a fienagione
Il prato a fienagione contiene un’elevata biodiversità, sia floristica che faunistica. La sua importanza è ancora maggiore se si considera che, in provincia di Milano, solo il 4% dei terreni agricoli ne è ricoperto. Lasciato ad una naturale evoluzione verrebbe rapidamente colonizzato da cespugli ed alberi; è perciò uno dei casi in cui l’attività umana contribuisce al mantenimento della biodiversità a livello di specie e di paesaggio. La regolare concimazione garantisce una buona quantità di sostanze nutritive e lo sviluppo di numerose di specie erbacee, fino a 50 nei migliori dei casi, habitat ideale per un’altrettanta elevata quantità di vertebrati ed invertebrati. Le fioriture più vistose sono quelle gialle, del ranuncolo comune e del tarassaco, bianche, del millefoglio e della margherita maggiore, viola, della campanella dei prati e del fior di cuculo. Accanto ad esse si trovano numerose graminacee, tra cui il paleo odoroso, il loglio comune, l’avena altissima, la codolina e l’erba mazzolina. Piccoli mammiferi roditori e molte specie di uccelli hanno fatto dei prati a fienagione uno dei loro habitat elettivi. Fra questi, nel Parco delle Cave, figurano l’allodola e la cornacchia grigia, il gheppio e la rondine. La massima biodiversità animale si esprime fra gli invertebrati, come le numerose specie di farfalle. Le siepi e i filari d’alberi che bordano i prati, durante il periodo della nidificazione danno ricetto ad una notevole varietà di specie animali. Le siepi, in modo particolare, ospitano averle piccole, pigliamosche, verdoni, verzellini e torcicolli. La creazione di prati sfalciati periodicamente è dunque una precisa strategia al fine di aumentare la ricchezza di specie animali e vegetali e, di conseguenza, la biodiversità dell’intero parco;
- La marcita
L’origine della marcita è ancora oggi controversa. Probabilmente le più antiche sono state realizzate durante l’alto medioevo nei pressi del lago Gerundo, una vasta area paludosa che costeggiava la parte orientale dell’Adda. In questo periodo le marcite erano probabilmente realizzate in aree sommerse da basse acque stagnanti e le specie che potevano crescere erano solo quelle adatte alla sommersione. Purtroppo, queste specie (carici, giunchi, cannucce di palude) non erano particolarmente appetibili dagli erbivori, in quanto ricche di silicati e con foglie taglienti. Intorno al 1200 i frati Cistercensi studiarono e progettarono le moderne marcite, con ali spioventi, ancora oggi presenti nella provincia di Milano. Le specie erbacee presenti sono per lo più seminate dall’uomo, anche se alcune crescono spontaneamente. Le più comuni sono il crescione dei prati, il loglio comune, la coda di topo comune, il bambagione. Durante i mesi invernali le marcite costituiscono una zona di sosta e una fonte di alimentazione per diversi animali, come aironi, gallinelle d’acqua, pavoncelle e beccaccini, oltre a piccoli passeriformi quali lo spioncello e la ballerina bianca. La marcita nel suo complesso appare simile a un sistema di tetti, uno a fianco all’altro. Le acque provengono da un canale portatore, a monte del campo, ed entrano in una serie di canaletti ad esso perpendicolari, detti adacquatori. Da questi l’acqua trabocca andando a irrorare, con un velo continuo, le porzioni di prato (ali) contigue ad essi per essere raccolta a valle in fossi detti colatori che la convogliano in un capo-fosso. Quest’ultimo può fungere da canale portatore per una nuova marcita, secondo un modello che può essere moltiplicato più volte. Anche il ruolo socio-economico di questo tipo di prato irriguo è sempre stato particolarmente elevato, basti pensare che attraverso la marcita l’agricoltore può realizzare annualmente 7-8 tagli dei quali 3-4 durante l’inverno. Nonostante ciò la sua diffusione è drasticamente diminuita nel corso degli ultimi decenni: in provincia di Milano le marcite coprono attualmente meno dello 0,5 % della superficie provinciale. All’interno del Parco delle Cave sono presenti due marcite, gestite dall’Azienda agricola Cascina Caldera;
- L’area umida
Quelle che oggi chiamiamo genericamente ‘zone umide’ comprendono habitat assai vari caratterizzati dalla presenza permanente o periodica di acqua, quali torbiere, aree palustri ripariali di laghi, stagni e fiumi, delta fluviali e habitat costieri come lagune e stagni salmastri. L’esigenza di asservire all’agricoltura nuove terre e di contrastare la diffusione di malattie pandemiche, quali la malaria, hanno condotto, alla bonifica di molte di queste aree che, attualmente, ricoprono poco più del 2% della superficie della provincia di Milano. Le zone umide sono ambienti molto delicati, sensibili all’inquinamento ed al fenomeno dell’eutrofizzazione. Le loro caratteristiche morfologiche e fisiche hanno selezionato una flora ed una fauna molto specifiche ed in larga parte uniche. Per questi motivi molte di queste aree sono state inserite dalla Comunità Europea nell’elenco degli habitat prioritari meritevoli di conservazione. La zona umida del Parco delle Cave è costituita da un corpo lacustre e da un corollario di fontanili e pozze con presenza periodica di acqua. Le sponde del corpo lacustre sono caratterizzate da un’alternanza di tratti boscati, erbosi e da un canneto costituito da grossi cespi di cannuccia di palude, mentre nella zona centrale spicca un vasto popolamento a carice. Le pozze sono collegate tra loro e al corpo lacustre mediante un sistema di tubature sotterranee che lascia defluire l’acqua in eccesso del lago verso la cava Casati. Il loro livello idrometrico è molto variabile, e alcune di esse sono temporanee. Sono caratterizzate da diverse insolazionei e vegetazioni: possono essere ombreggiate dallo strato arboreo presente sulle sponde oppure parzialmente assolate. Tra le entità floristiche che le popolano troviamo la mazzasorda, la veronica acquatica, la mestolaccia, la menta acquatica, il carice maggiore e alcuni giunchi. Le sponde presentano uno strato arboreo costituito da robinia, salici, pioppo nero e olmo. Sebbene in quantità limitate è presente anche l’ontano nero, specie potenzialmente dominante in questi ambienti. Nel sottobosco sono presenti anche le rare campanelle maggiori. La zona umida del Parco delle Cave ospita anche una notevole varietà di specie di vertebrati, che intrattengono relazioni più o meno strette con l’acqua. Insieme agli anfibi, e ad alcune specie di rettili, quali la biscia d’acqua, gli uccelli sono una delle componenti più significative e caratteristiche. I germani reali, alcuni dei quali appartenenti a varietà domestiche non presentano la livrea tipica della specie, le folaghe e le gallinelle d’acqua sono le presenze più frequenti ed abbondanti e svolgono il loro intero ciclo vitale nella zona umida e nella vegetazione ripariale circostante. Gli aironi cenerini e altre specie di aironi frequentano l’area per alimentarsi. Piccoli uccelli passeriformi, quali la cannaiola frequentano il canneto ed il cariceto durante la riproduzione o, come nel caso del migliarino di palude, durante l’inverno;
- L’area naturalistica
I boschi del Parco delle Cave sono distribuiti soprattutto nella sua parte centrale e sono piccoli frammenti delle foreste che un tempo coprivano gran parte della Pianura Padana: i querco-carpineti. Si tratta di boschi legati alle zone dove la falda non affiora, lontane dai corsi d’acqua. Come dice il nome stesso, le specie arboree che li caratterizzano sono le querce (tamia e rovere) e il carpino bianco; questi boschi hanno una struttura complessa che comprende diversi strati.Nello strato arboreo, oltre alle piante già citate, possono comparire anche i frassini, gli aceri e il ciliegio selvatico, mentre nello strato arbustivo dominano il nocciolo, il sanguinello, il biancospino, la berretta del prete e il ligustro. All’inizio della primavera lo strato erbaceo si caratterizza per la presenza di piante con fiori vistosi come l’anemone dei boschi, la primula, il sigillo di Salomone, il mughetto e la pervinca. I boschi sono habitat articolati ed al loro interno variegati. In virtù di questa loro caratteristica ospitano una notevole diversità di specie animali. Fra i vertebrati, i mammiferi quali arvicole e topi selvatici sono presenze comuni ma elusive. Alcune specie di uccelli, come il picchio verde e il picchio rosso maggiore, sono tipiche dei boschi più maturi. Molte altre specie abbondano negli strati inferiori della vegetazione arborea ed arbustiva, come l’usignolo e la capinera, o negli strati superiori della chioma, come le cince, i luì delle diverse specie, i fringuelli e gli storni, che con i picchi condividono la caratteristica di nidificare nelle cavità degli alberi. Altre specie, infine, quali l’allocco, nidificano nel bosco o al suo margine ed utilizzano ambienti ‘aperti’ circostanti per ricercare le prede. Come si può dedurre dal gran numero di specie potenzialmente presenti, questa vegetazione forestale ha una grande importanza per il mantenimento della biodiversità vegetale e animale.
- Le cascine
- Trii Baselloni
- Le associazioni
- I percorsi didattici
fonte testo: http://www.parcodellecave.it/index.php/parco-delle-cave/ambiti
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