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A Collodi Carlo Lorenzini, autore del famoso libro per ragazzi Le avventure di Pinocchio, trascorse la sua infanzia, e dal paese derivò il suo pseudonimo. Intorno alla metà del Novecento, per commemorare l’autore e il suo libro divenuto famoso in tutto il mondo, nacque il parco, concepito come parco tematico per l’educazione dell’infanzia, un luogo in cui si potesse rivivere la sensazione di ripercorrere una fiaba vivente, all’interno di un percorso scandito dal connubio tra arte e natura.
Il Parco è costituito da un bosco di lecci posto intorno a una piazza delimitata da muretti decorati a mosaico con scene che rievocano i principali episodi delle Avventure, progettata dall’artista Venturino Venturi. All’ingresso del parco è posto il gruppo statuario Pinocchio e la Fatina dello scultore Emilio Greco. Il Parco fu successivamente ampliato su un’area contigua, poi chiamata Il paese dei balocchi, con un percorso scandito da sculture in bronzo rappresentanti i vari personaggi (il Carabiniere, il Gatto e la Volpe, il Serpente). Il paesaggista Pietro Porcinai fu chiamato per progettare lo spazio verde. Egli ideò fitte siepi di sempreverdi e, in prossimità delle sculture, piante perenni e annuali i cui colori di fioritura rimandassero simbolicamente all’episodio rappresentato, come ad esempio l’aiuola di fiori bianchi e azzurri che circonda la statua della fatina dai capelli turchini: la folta vegetazione fa sì che ogni tappa giunga sorprendente e inaspettata, le piante stesse contribuiscono a creare l’atmosfera e gli episodi del racconto delle Avventure di Pinocchio.

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