Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

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L’area compresa nel perimetro del Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei raccoglie più ambienti, montani e costieri, rappresentativi delle terre della Barbagia e dell’Ogliastra. È un’area molto vasta: al corpo centrale del Gennargentu, il più grande complesso montano della Sardegna, le cui vette raggiungono le massime altezze con il Bruncu Spina (1.829 m), la Punta Paulinu (1.792 m) e la Punta La Marmora (1834 m) si legano i monti circostanti della Barbagia, i vicini Supramonti e il Golfo di Orosei, il più selvaggio tratto di costa del Mediterraneo.

FAUNA
La fauna annovera specie endemiche esclusive della Sardegna. È possibile avvistare il muflone, pecora selvatica dalle corna a spirale, uno degli animali simbolo della Sardegna, un buon numero di predatori come il gatto selvatico sardo, la martora, la donnola e la volpe. Numerosi gli anfibi e i rettili, con almeno 10 endemismi: l’euprotto, la raganella sarda, i geotritoni, la lucertola di Bedriaga. Nel cielo del Gennargentu vivono le aquile reali, i corvi Imperiali e i falchi pellegrini; nelle macchie e nei boschi vivono il picchio rosso maggiore, il colombaccio e la ghiandaia; nelle macchie fitte e tra le radure si trovano alcune brigate della pernice sarda; lungo i torrenti, il merlo acquaiolo.

FLORA
L’ambiente del parco è molto vario. Intorno i 1.200 metri prevalgono il timo, la ginestra con più specie anche endemiche come la ginestra di Pantelleria, la ginestra di Corsica e la rara ginestra di Moris, l’elicriso, la santolina, altri arbusti aromatici e vecchi esemplari di tasso (Taxus baccata). A circa 1000 metri, oggi zona di pascolo arborato, resistono alcuni esemplari di roverella (Quercus pubescens) e altre querce. Più sotto, si incontrano boschi di leccio (Quercus ilex) (sul Supramonte di Orgosolo sopravvivono le uniche foreste intatte d’Italia) con macchia a corbezzolo (Arbutus unedo), ginepri, cisti e qualche sughera (Quercus suber). Lungo le pareti che finiscono in mare, dove il clima è ancora più caldo, si estende una fascia ad olivastro (Olea europea ‘olivaster’), lentisco (Pistacia lentiscus) e carrubo (Ceratonia siliqua).
Nell’area si trova la Foreste demaniale di Montarbu, inizialmente costituita per la maggior parte da lecci per la produzione di combustibile, fu in seguito oggetto di rimboschimenti. Ricca di sorgenti che sgorgano in grande abbondanza nell’area dei calcari, presenta una vegetazione composta da boschi naturali di leccio, agrifoglio, tasso e frassino. Nella zona è da segnalare l’importante presenza di rari endemismi come il Cirsium microcephalum, il Prunus prostrata e la Genista corsica.
Altro elemento importante è il massiccio calcareo del Monte Tonneri, una catena montuosa che si presenta come un maestoso muraglione ricco di vegetazione come lecci (Quercus ilex) e carpini neri (Ostrya carpinifolia). Nella zona sono presenti alcuni esemplari monumentali di leccio, tra cui il più grande e famoso monumento vegetale (leccio) detto s’Ilixi ‘e Canali.
Suggestiva è la visita dei boschi del Gennargentu con il trenino verde, una linea turistica (la più lunga d’Italia) che copre 159 km tra la stazione di Mandas e quella di Arbatax, nel molo sul mare.

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Contatti

Strada Statale, 198 - Seui(OG)

0782 55855

http://www.parcogennargentu.it

Altre info

Il trenino verde ha un costo di euro 36.00 a persona e di euro 32.40 per bambini 0-14

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