Parco Regionale dell’Etna
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Istituito nel 1987, il Parco Regionale dell’Etna si estende per circa 59mila ettari e interessa 20 Comuni adagiati sui fianchi della montagna. Raggiungibile in treno con la Ferrovia Circumetnea, è suddiviso in quattro diverse zone di tutela: la zona A o di “riserva integrale”, dove la natura è conservata il più possibile integralmente; la zona B, che integra tutela ad attività economiche e comprende quindi case contadine con piccoli appezzamenti agricoli; le aree C e D, di “protezione a sviluppo controllato”, che si presentano molto antropizzate, nelle quali si cerca di coniugare sviluppo economico e rispetto per l’ambiente e il paesaggio.
Il territorio presenta una fitta rete di sentieri naturalistici, scientifici e culturali. La sua origine vulcanica ha dato vita ad un universo vegetale ben caratterizzato e particolare. L’esperienza più emozionante è la salita ai crateri sulla sommità, attraversando prima boschi e valli incantate, poi un paesaggio lunare che conduce a oltre 3mila metri di altezza, con tutta la Sicilia ai propri piedi.
Flora e fauna
Grazie all’elevata fertilità del suolo, l’Etna presenta una flora molto ricca e varia e ricca. Risalendo lungo i fianchi del vulcano si osservano, alle quote inferiori, agrumeti, oliveti, mandorleti, noccioleti e pistacchieti, quindi boschi di leccio (Quercus ilex), acero (Acer obtusatum), castagno (Castanea sativa) e frassino (Fraxinus ornus), incontrando esemplari spettacolari, tra cui il Castagno dei Cento Cavalli, la cui età si aggira tra i 3.600 e i 4.000 anni, alto circa 22 metri, un altro castagno alto 19 metri in località Taverna (Mascali), e un leccio alto 20 metri in località Carlino (Zafferana Etnea).
Intorno ai 2.000 metri di altitudine, si raggiungono meravigliosi boschi di faggio (Fagus sylvatica) che qui trovano il limite meridionale di distribuzione in Europa, stazioni di betulla dell’Etna (Betulla aetnensis), endemica, relitto di antiche glaciazioni, di pini loricati (Pinus heldreichii var. leucodermis) e di pino laricio (Pinus nigra laricio), le uniche in Sicilia, e distese di ginestre dell’Etna (Genista aetnensis), il cui giallo sgargiante contrasta con il nero della cenere vulcanica.
Oltre i 2.200 metri si trovano piccoli arbusti di bassa statura e solitamente dall’aspetto cespuglioso, tra i quali lo spino santo (Astragalus siculus), endemico della Sicilia, e la saponaria (Saponaria sicula).
Salendo ancora, intorno ai 2400 metri, si incontrano molte specie rare, tra cui alcune endemiche, quali la saponaria siciliana (Saponaria sicula), l’astragalo siciliano (Astragalus siculus), il tanaceto siciliano (Tanacetum siculum), la peverina tomentosa (Cerastium tomentous), il senecione montanino (Senecio squalidus), la camomilla dell’Etna (Anthemis aetnensis), il caglio dell’Etna (Galium aetnicum) e la romice scudata (Rumex scutatus).
Oltre i 2400 metri, la sommità del vulcano è priva di vegetazione a causa delle continue eruzioni.
Da visitare: la Grotta del Gelo: una grotta di scorrimento lavico, la cui temperatura al suo interno non supera mai i -6 °C, permettendo la formazione di ghiaccio perenne.
Da gustare: i pistacchi di Bronte, le fragole di Maletto, il Nerello, vino doc dell’Etna.
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Contatti
Via del Convento 45 - Nicolosi(CT)
095 821111
parcoetna@pec.it
Altre info
Considerata l'estensione del Parco e i numerosi accessi, data la molteplicità d’itinerari e sentieri, è consigliabile rivolgersi direttamente all'Ente Parco anche per ottenere una guida, indispensabile per alcune escursioni.