Parco Regionale dei Monti Picentini

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Situato nel cuore dell’Appenino Campano, il Parco Regionale dei Monti Picentini comprende le province di Avellino e Salerno e si distribuisce su una superficie di 63.000 ha tra il corso superiore dei fiumi Calore, Sabato e Sele.

Il Parco è un’area geografica di importanza strategica dal punto di vista ambientale, territoriale e idrogeologico.

Nella sua totalità il territorio è un unico blocco carbonatico di forma rettangolare che può essere però diviso in due zone per il diverso processo morfoevolutivo; la zona pedemontana e le valli adiacenti hanno una morfologia dolce e pendii degradati verso il fondovalle, mentre l’altra zona ha morfologia estremamente aspra con numerose creste e cuspidi rocciose.

Il termine “picentini” deriva dal modo in cui i romani definivano gli abitanti delle zone limitrofe, il termine compare per la prima volta su una carta geografica del ‘500 conservata ora all’interno dei Musei Vaticani.

Trenta sono i comuni che appartengono al Parco Regionale dei Monti Picentini.

Nel 1986 nasce la prima rete di sentieri dei Monti Picentini, a cura della proloco di Acerno, negli anni successivi, prima la sezione CAI di Salerno e poi il POR (Programma operativo regionale) della regione Campania aggiungono, migliorano e modificano la sentieristica del Parco.

La flora del Parco è molto ricca e di elevato interesse geobotanico, sono presenti circa 1260 entità di cui l’8% di origine endemica.

La fauna comprende, tra gli animali più conosciuti, il lupo, il gatto selvatico, la volpe, il topo quercino, il moscardino e il ghiro.

All’interno del Parco dei Monti Picentini diversi sono gli ambienti che si possono incontrare, boschi, praterie, pascoli. Sono presenti:

  • Boschi di faggio con sporadica presenza di abete bianco;
  • Foreste miste meso-mediterranee di aceri, roverella, carpini, carpinella, falso pistacchio, ontano napoletano e orniello;
  • Alte praterie e pascoli dove abitano uccelli come la coturnice e l’aquila reale;
  • Praterie interrotte da rupi e vette fiorite di rare sassifraghe. Qui la flora è molto ricca e comprende diverse specie endemiche (Cavolo di Gravina, lino delle fate dei Picentini, oxtropide di Caputo e aquilegia del Beato Marcellino Champagnat, quest’ultima è un endemismo puntiforme del Monte Accellica);
  • Forre umide che ospitano alcuni esemplari di anfibi come il tritone italico, la salamandra pezzata e l’uluone dal ventre giallo, non che specie botaniche come l’erba stella amalfitana. I corsi d’acqua sono molto ricchi di trote;
  • Rupi della testata della Valle della Caccia di Senerchia (tra 750-1600 m di quota) dove è presente il pino nero d’Austria, autoctono. Diversi sono gli uccelli presenti come poiana, gracchio corallino, gheppio, upupa, gufo reale, allocco e picchio nero.

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