Pino di Garibaldi

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Pinus nigra spp. calabrica (Pinaceae)

 

Questo secolare pino laricio si trova all’interno di un bosco misto di faggi, risultato di un impianto all’interni del bosco di alcuni esemplari della specie avvenuto molti anni fa.

Il grande pino laricio (circonferenza del tronco di 4.54 m, altezza di 33.5 m) è l’albero più famoso dell’Aspromonte, massiccio montuoso dell’appennino calabro.

Secondo la tradizione fu proprio a quest’albero che Garibaldi si appoggio dopo essere stato ferito durante gli scontri del 1862 tra il suo esercito e le truppe piemontesi.

Il maestoso albero si trova nelle vicinanze di un mausoleo, il mausoleo di Garibaldi, per onorarne la memoria.

 

Come raggiungerlo:

Dal comune di Gambarie si prende la strada statale n.183 per Sant’ Eufemia d’Aspromonte (RC), dopo circa 6 km si imbocca una strada a destra che porta fino al mausoleo.

 

Scheda botanica del pino laricio:

Sottospecie di Pinus nigra, il pino laricio è endemico della fascia montana inferiore della Sila, dell’Aspromonte e dell’Etna dove forma pinete sui versanti meridionali su rocce silicee.

Albero sempreverde che raggiunge i 45-50 m di altezza.

Il pino laricio si accontenta di poca acqua e poca terra per vivere, è considerata una specie forestale pioniera proprio per queste sue capacità.

Il tronco può essere senza rami per i primi 30-40 m di altezza, gli esemplari più giovani portano i rami orizzontali al terreno mentre gli esemplari più vecchi presentano i rami arcuati verso l’alto.

La corteccia è formata da placche grigiastre.

Il legno è di qualità ottima e veniva usato per la costruzione di navi. Durante il secolo scorso molti degli alberi di pino laricio, che formavano boschi fitti sulla Sila, sono stati abbattuti durante la guerra per ricavarne legna.

Alcuni alberi portano ancora il segno delle incisioni effettuate nella corteccia per estrarre la resina, ottima come combustibile per accendere le torce, isolante e per la produzione di acquaragia.

Le pigne, di piccole dimensioni, contengono pinoli non commestibili per l’uomo, quando queste si aprono sono molto simili a quelle del larice, ecco da dove deriva il nome comune della specie.

 

FOTO:

https://www.autostradadelmediterraneo.it/storia-garibaldi-in-aspromonte

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Contatti

89027 Sant'Eufemia d'Aspromonte(RC)

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