Quercia Vallonea di Tricase
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Quercus ithaburensis subsp. macrolepis (Fagaceae)
La quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis) è una sottospecie diffusa nel bacino del Mediterraneo, nei Balcani, nelle Isole Greche e in Asia Minore. In Italia è presente solo nel Salento, in provincia di Lecce e, meno, in quella di Brindisi. Non è ancora chiaro se sia una specie relitta o se sia stata introdotta intorno all’anno 1000 da alcuni monaci basiliani provenienti dalla Grecia per estrarre i tannini ed usarli per la colorazione e la concia delle pelli. Ad avvalorare la seconda ipotesi c’è il fatto che nel Salento la concia delle pelli è stata un’attività molto importante fino al 1800, quando furono introdotti i primi concianti sintetici. Le querce vallonee italiane sono purtroppo state quasi totalmente abbattute negli ultimi secoli, per utilizzarne la legna da ardere.
In dialetto tricasino è chiamata “falanida”, “pizzofao” o “lizza-castagna” perché le sue grandi e dolci ghiande vengono mangiate come se fossero castagne.
È inserita nella Lista Rossa Nazionale delle specie rare.
Si tratta di un albero che raggiunge i 15-25 metri di altezza, con una chioma globosa. I rami da giovani sono giallo-bruni, poi diventano lisci e grigi. Fiorisce in aprile. Le ghiande sono solitarie o in gruppetti di 2-3, grande (4 x 2 centimetri), protette da una cupola semisferica con larghe squame, e maturano al secondo anno dalla loro formazione.
A Tricase, all’interno del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Trecase, sulla strada che porta al porto, si trova una esemplare di monumentale: per la sua rarità, le sue imponenti dimensioni (circonferenza del tronco di 4,25 metri, altezza di 22 metri) e la sua età (stimata intorno ai 700 anni), la Quercia Vallonea di Tricase è uno degli alberi più spettacolari e importanti d’Italia.
L’esemplare è chiamato anche “Quercia dei 100 cavalieri”, perché secondo la tradizione sotto le sue fronde trovarono riparo da una tempesta Federico II e la sua scorta alla fine del XII secolo, anche se i tempi di fatto non coincidono.
Circa una trentina di anni fa doveva essere abbattuta per far posto a una strada ma per fortuna un ispettore forestale si oppose, salvandola. Nel 2019 è stato eletta Albero dell’Anno Italiano, grazie all’associazione friulana “Giant Trees Foundation” Onlus, che si occupa della salvaguardia degli alberi giganti nel mondo, e che ha aderito al concorso europeo “Tree of The Year”, nato nel 2011.
Come raggiungerla:
La maestosa quercia si trova lungo la strada provinciale che collega Tricase a Tricase Porto (LE)
Altre imponenti esemplari di querce vallonee si trovano a Corignano d’Otranto (altezza 15 metri, diametro della chioma 20 metri), a Taurisano davanti alla chiesetta del Crocefisso in Via Emile Namer e un’altra, molto piccola, si trova vicino a Gallipoli, lungo la strada per Alezio.
Scheda botanica della quercia vallonea:
A diffusione balcanica la specie è presente in Asia Minore (Palestina), Albania, Grecia, Creta e altre isole dell’Egeo, Turchia europea e a sud-est dell’Italia (Salento). Il suo areale di distribuzione è stato influenzato dall’uomo. Raggiunge i 15-25 metri di altezza, con una chioma globosa. I rami da giovani sono giallo-bruni, poi diventano lisci e grigi. Fiorisce in aprile. Le ghiande sono solitarie o in gruppetti i di 2-3, grandi (4 x 2 centimetri), protette da una cupola semisferica con larghe squame, e maturano al secondo anno dalla loro formazione.
La specie è semi-caducifoglia, eliofila e molto xerofila, non resiste alle basse temperature. Predilige terreni calcarei ma non per forza fertili.
Le cupole delle ghiande contengono fino al 50% di tannino di ottima qualità, una volta utilizzato per la concia delle pelli poi sostituito con il tannino estratto dal castagno, molto più economico.
Fonte foto:
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Contatti
73039 Tricase(LE)