Riserva Naturale della Timpa di Acireale

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Alla base di Acireale, lungo un costone lavico a strapiombo sul mare turchino, si trova la Timpa di Acireale.

Il territorio, compreso lungo la costa che da Acque Grandi (a nord di Capomulini) conduce a Santa Maria degli Ammalati (frazione di Acireale), è caratterizzato da un promontorio di circa 80 metri di altezza a ridosso della costa di Acireale, ricoperto da una lussureggiante vegetazione costituita da edera, euforbia e carrubi.

L’area per il suo elevato valore naturalistico, geologico, faunistico e vegetativo è stata dichiarata Riserva Naturale Orientata nel 1999 e affidata alla gestione dell’Azienda Foreste Demaniali.

La Timpa ospita alcune tipiche piante pioniere mediterranee, arbusti come l’euforbia arborea, caratterizzata da arbusti di color rossiccio e dalla fioritura di mazzolini di colore giallo-verde.
Alcune zone, come Santa Caterina, sono caratterizzate da una fitta vegetazione per la presenza di numerose sorgenti d’acqua che poi sfociano nello Jonio. I dirupi più impervi sono tappezzati da cuscini di edera e di vitalba, cespugli di capperi o piante di ficodindia.

La macchia è costituita dal carrubo e dall’alaterno, dal lentisco, dalla ginestra e dal mirto mentre nelle zone più impenetrabili, la fanno da padrone le lianose come la stracciabraghe e l’asparago pungente.

I viottoli sono fiancheggiati da boschetti di ailanto e dal gelso da carta, specie esotiche introdotte dall’uomo. Le zone più basse invece, sono destinate all’agricoltura e sono in gran parte abbandonati.

L’euforbia arborea

Durante la stagione calda gli arbusti di questa pianta assumono la forma di candelabri ramificati legnosi di color rossiccio. Il fenomeno è conosciuto col nome di estivazione ed è una difesa contro l’aridità. L’euforbia è un arbusto di forma tondeggiante che in situazioni climatiche e geografiche particolarmente favorevoli, come quelle che caratterizzano la costa tirrenica, può raggiungere i 3 m d’altezza, assumendo una forma ad alberello.

Le foglie a forma lanceolata sono di colore verde chiaro; all’inizio dell’estate diventano rosse per poi cadere, lasciando sui rami legnosi una cicatrice fogliare.

La fioritura appare in forma di mazzolini di piccoli fiori di colore giallo-verde: quelli che ad un primo sguardo potrebbero apparire come petali in realtà sono brattee (foglie trasformate e colorate) che danno nel loro complesso l’illusione di un fiore (pseudofiore), mentre i veri fiori si limitano agli organi sessuali sporgenti all’incrocio fra le brattee fiorali.

Lo pseudofiore prende il nome di ciato o ciazio a causa della sua forma a coppa. Tutte le parti della pianta contengono un lattice urticante che sgorga alla rottura e può causare leggere irritazioni alla pelle. Cresce nei tratti più assolati delle coste siciliane, formando veri e propri aspetti di macchia nelle zone semirupestri assieme all’olivastro.

La sua presenza, indice di mediterraneità, si trova nella fascia bassa della macchia (0-400 m s.l.m.). E’ frequente in Sicilia e Sardegna, mentre è più rara nella penisola.

Fonte foto e testo:

http://www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste/azforeste/riserve.asp?id=7&sez=flora
https://www.guidasicilia.it/itinerario/la-riserva-naturale-orientata-della-timpa-di-acireale/1002307

Fonte foto:
http://www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste/azforeste/riserve.asp?id=7&sez=flora

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