Riserva Naturale Statale di Metaponto
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Fino agli anni ’50 dello scorso secolo l’area attualmente compresa nella Riserva Naturale Statale di Metaponto era spopolata e occupata da estesi acquitrini, famosa per la presenza dell’anofele, la zanzara che propagava la malaria. La spiaggia presentava cordoni dunali di qualche metro sopra il livello del mare, mentre le zone interne erano caratterizzate da suoli argillosi e impermeabili, di difficile sgrondo, per cui l’acqua, proveniente dalle pioggie e dalla falda superficiale, ristagnava, formando, nella parti depresse, estesi acquitrini. L’area fu soggetta ad un imponente intervento di bonifica idraulica, iniziato nel 1925, mediante la costruzione di una fitta rete di canali di scolo e di arginature. Il suolo venne sistemato a baulature, al fine di creare uno spessore di terreno per la coltivazione libero da ristagni. A completamento della bonifica, fu realizzato un notevole intervento di rimboschimento, per costituire una copertura vegetale stabile, in grado di proteggere le colture agricole dell’entroterra dai venti marini ricchi di salsedine.
Il rimboschimento iniziò nel 1934 a partire dal confine con la provincia di Taranto.
Nel 1942 l’area venne in consegna al Corpo Forestale dello stato, che proseguì i lavori di rimboschimento fino al 1954. Oggi la pineta costiera occupa il posto di quella che era un’area paludosa e malsana. Il substrato geologico è costituito prevalentemente da dune costiere dell’Olocene e spiagge attuali. I suoli che ne derivano, essendo breve il periodo trascorso dalla loro bonifica, sono estremamente poveri. Il tasso di salinità è elevato, soprattutto nelle zone prossime al mare.
Gli ambienti
Sulla costa di Metaponto confluiscono nel mare Jonio due importanti fiumi, il Bradano e il Basento. Le loro foci sono aree di grande interesse per la Comunità europea, che le ha incluse nella Rete Natura 2000 come SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC). Tali aree si caratterizzano per l’interessante ambiente di estuario, compressivo dell’alveo di esondazione, dei terrazzi alluvionali e delle residue zone umide retrodunali. Si tratta di aree depresse, poste al di sotto del livello della duna costiera, con una falda acquifera superficiale che favorisce la formazione di ristagni idrici. Si configura, nell’insieme, un ambiente vario e ricco di biodiversità nel quale si individuano habitat prioritari e di interesse comunitario, tra cui le dune costiere con ginepri, le lagune costiere, la vegetazione pioniera di salicornia e di altre specie delle zone fangose e sabbiose e i pascoli inondati mediterranei.
La Riserva naturale statale di Metaponto venne istituita dopo il risultato ottenuto dal rimboschimento di una difficile zona litoranea. Si estende per 240 ettari lungo la costa Jonica lucana, tra le foci dei fiumi Bradano e Basento, nel comune di Bernalda. Custodisce al suo interno una varietà di ambienti particolari, un sistema di ecosistemi collegati e integrati che garantisce protezione dal mare e biodiversità:
– le aree umide, in prossimità delle foci dei due fiumi sulla costa, con la loro tipica vegetazione igrofila (che predilige ambienti umidi) e alofita (che predilige ambienti salmastri e salini), habitat e rifugio ideale per l’avifauna stanziale e migratoria;
– le zone dove domina incontrastata e rigogliosa la macchia mediterranea;
– la pineta litoranea, con il tipico assortimento di pini costieri. Tale patrimonio ambientale, risultato del rimboschimento di una difficile zona retrodunale litoranea, svolge oggi un insieme di insostituibili funzioni ecologiche e protettive, per le quali è stato sottoposto a tutela come Riserva Forestale di Protezione.
Flora e fauna
Le specie che furono impiegate e sono tuttora presenti nell’area, sono il pino domestico (Pinus pinea), il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), il pino marittimo (Pinus pinaster), l’eucalipto (Eucalyptus camaldulensis), il cipresso (Cupressus semprevirens), l’olivello spinoso (Eleagnus angustifolia), l’acacia salina (Acacia saligna). Quest’ultima ricopre vaste aree con esemplari contorti e cespugliosi che formano macchie di vegetazione spesso impenetrabili. Il sottobosco è costituito da arbusti spontanei tipici della macchia mediterranea, tra cui il lentisco (Pistacia lentiscus), la fillirea (Phillyrea variabilis), il ginepro, a cui si associa anche la tamerice. Lo strato erbaceo è rappresentato da specie tipiche di ambienti dunali con ristagni d’acqua quali la cannuccia marina (Arundo phragmites), giunchi, l’eringio (Eryngium maritimum), la bardana (Arctium lappa), lo smilace (Smilax asperea), l’asparago (Asparagus acutifolius) e svariate graminacee, inoltre vi è anche la presenza di liquirizia (Glycyrrhiza glabra) e di Agave americana. Per quanto riguarda la fauna, la Riserva ospita durante il periodo migratorio svariate specie di uccelli quali il piro piro (Tringa ochropus), l’airone cinerino (Ardea cinerea), la pittima reale (Limosa limosa) e la gallinella d’acqua (Gallinula clorophus). Inoltre lungo la costa della Riserva vive la tartaruga marina (Carretta carretta), specie in via di estinzione protetta secondo la Convenzione di Washington dal Servizio CITES del Corpo forestale dello Stato.
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