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In località Castel del Piano, appena sopra la pianura del torrente Rio Fratta, è situata la villa Meniconi, detta anche Aureli del nome dei suoi primi proprietari.
La villa, circondata da dolci colline ornate da viali di cipressi e pini marittimi, è situata a una decina di chilometri da Perugia, lungo la via Pievaiola, che collega Perugia a Città della Pieve. Il complesso occupa una vasta area rettangolare; alle spalle è dal centro urbano mentre sugli altri lati da muri e balaustre.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la villa fu occupata prima dall’esercito tedesco, che ne fece il suo comando locale, e poi da quello degli alleati ma fortunatamente vi furono pochi danni.
L’origine della villa è incerta: sono visibili, infatti, le tracce di un edificio preesistente, forse una torre quattrocentesca, trasformata in casino di campagna da Giovanni dé Gregori.

Alla fine della guerra il conte Leonardo di Serego Alighieri, figlio di Pieralvise, e la sua sposa Laura Guarienti di Brenzone scelsero Villa Aureli come loro residenza e dedicarono le loro vite al restauro ed alla conservazione della villa, riportandola allo splendore del Settecento.
Fra le molte meraviglie della villa vi sono i pavimenti di maiolica che, prodotti a Vietri vicino Napoli e disegnati dal marchese Raimondo Lignola, seguono stanza per stanza le decorazioni sui muri.

IL GIARDINO

Intorno al 1750, il conte il conte Sperello Aureli (1722-1791) affidò a Costanzo Batta la costruzione di un giardino all’italiana rialzato rispetto al paesaggio circostante. Questo giardino con aiuole di bosso (Buxus) è ornato da 60 piante secolari di arancio (Citrus × sinesis) e limone (Citrus × limon) contenute in grandi vasi di terracotta. D’inverno queste piante vengono ricoverate in una grande aranciera, costruita intorno al 1720 dallo stesso Batta.

Di fronte all’aranciera si ammira una bella fontana settecentesca quadrilobata, mentre sul lato opposto quattro tassi (Taxus baccata), potati a forma di cubo, si fanno notare per l’altezza.
Quattro torrette smorzano gli angoli di questo magnifico giardino prettamente Settecentesco, di cui nell’Ottocento Meniconi Bracceschi schermò il disegno con alberi di lecci (Quercus ilex) e tigli (Tilia spp.)

Sullo sfondo un muro ornato di pinnacoli e ciambelloni di cotto alterna portali, finestre, nicchie, balaustre e torrette delimitando la vista sul bel paesaggio agrario retrostante.

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