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Villa Emo a Vedelago, in provincia di Treviso, fu fatta costruire dal nobiluomo veneziano Leonardo Emo fra il 1561 e il 1566 su progetto dell’architetto rinascimentale Andrea Palladio.
Nel tentativo di Palladio di fondare una nuova tipologia architettonica, capace di coniugare le necessità della vita agricola con le forme dell’architettura antica, Villa Emo rappresenta un punto d’arrivo definitivo.
Dal 1996, assieme alle altre ville palladiane del Veneto e a Vicenza, è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità.

LA VILLA
Gli ingressi dell’edificio, allineati in una lunghissima prospettiva, introducono alla casa padronale, innalzata su un basamento e collegata al suolo da una lunga rampa di pietra; ai fianchi due ali rettilinee e simmetriche di barchesse, i complessi rurali, sono concluse da altrettante torri colombare.
La decorazione interna della Villa, ad opera di Giovanni Battista Zelotti, pittore rinascimentale, celebra – attraverso scene ispirate alla mitologia e alla vita dei campi – le virtù domestiche e familiari, l’intesa sociale tra padrone e contadino, e l’invito alla fatica e all’impegno della vita agreste.

IL GIARDINO
Intorno alla villa, aperta su tutti fronti per poter controllare la pianura circostante, si sviluppa un parco paesaggistico all’inglese, creato successivamente, al cui interno sono state recentemente inserite aree di sosta nei punti più significativi e la cartellinatura informativa per le piante più importanti. Del giardino più antico rimane una grande viale alberato e una lunga galleria di carpini.

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