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Villa La Colombaia si trova incastonata sul promontorio di Zaro, a strapiombo sul mare, all’estremità nord-occidentale dell’Isola. Circondata da un parco di lecci, pini ed eucalipti, a sua volta immerso in un bosco di macchia mediterranea, la villa venne fatta costruire da Luigi Patalano, letterato, poeta e politico ischitano, dall’architetto Roberto Pane, verso la fine del 1800, con volte e merli che intendevano riprodurre un castello medievale ammirato durante un viaggio in Francia. Tra i suoi ospiti illustri vi fu anche Giosuè Carducci. Nel 1938, per circostanze legate all’imminente scoppio della guerra, fu costretto a vendere la Colombaia, che venne poi acquistata verso la fine degli anni ’50 dal regista Luchino Visconti, il quale la ristrutturò e personalizzò.
Visconti conferì alla Colombaia una forte impronta liberty, per esempio inserendo pavimentazioni sottratte alle antiche ville campane in demolizione, e si occupò personalmente della sistemazione del giardino, in particolare delle pregiate varietà di rose che faceva arrivare arrivare dall’estero.
Dal 2003  sede del primo master italiano in Scienze e Tecniche dello spettacolo dell’Università di Parma, sotto la presidenza onoraria di Dario Fo e Bernardo Bertolucci, del Premio Internazionale Luchino Visconti, dell’Alleanza Mondiale degli Autori, e dal 2004 la Colombaia  diventato Museo permanente dedicato a Luchino Visconti, le cui ceneri riposano nel giardino: vi sono raccolti oltre 300 immagini, costumi di scena e cimeli.

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