Villa Manin

This post is also available in: English (Inglese)

Il primo giardino creato per la Villa Manin risale al 1670, in contemporanea con le edificazioni della maggior parte degli edifici che ancor oggi la costituiscono: l’intero palazzo centrale, ancora senza i vani scala laterali, e le ali poste verso il retro, dette Foresteria, ovvero le ali destinate agli ospiti della villa, con le loro torri.
In origine tra le torri era inserito un quarto corpo che chiudeva così il giardino in forma di corte e che a sua volta aveva una sua apertura centrale nel versante che dava sul retro del giardino stesso, probabilmente a forma di loggia o terrazza.

Evidentemente unica a Villa Manin, nel panorama dell’architettura profana europea dell’epoca, è la collocazione del piano nobile, e con esso tutte le stanze più importanti e rappresentative della villa, al piano terra. Mentre la facciata, le cui finestre riccamente incorniciate posano su balaustre a balcone a cui è affidato un accento importante, trasmette una prima impressione di architettura convenzionale, che prevedeva il piano nobile al primo piano, su quest’ultimo si trovano in verità collocate camere da letto secondarie: l’intera vita della Villa e stata infatti spostata al pianterreno. Una soluzione che sembra seguire le raccomandazioni del letterato e architetto Leon Battista Alberti (1404-1472), per una architettura di villa più bassa e estesa in ampiezza, con un’enorme sala delle feste e la facciata monumentale, pur rispettando la tradizione della villa veneta coeva.

Il nuovo giardino.
La concezione barocca del giardino separa in maniera netta e attraverso alte mura la campagna circostante luogo selvaggio e negativo dal quale lo spazio culturale del giardino si deve proteggere. Il giardino diviene un’isola artificiale, fatta da giochi, città fortificate in miniatura, labirinti, padiglioni, colline allegoriche, teatri, serragli per animali, ghiacciaie.
Nel 1809 Gianantonio Selva fu chiamato dai Manin, affinché ristrutturasse il giardino della villa. Il progetto consisteva nella trasformazione del giardino barocco in una riorganizzazione degli spazi, uniformandosi alle caratteristiche del giardino ottocentesco, o pittoresco.
Il giardino acquista una nuova concezione: perde la funzione scenografica e ripiega su spazi idillici e appartati. Contrariamente al giardino barocco, dove il muro di cinta serviva a delimitare la cornice ideale dell’aristocrazia, il nuovo giardino divenne parte integrante con il paesaggio circostante, mette in relazione il paesaggio artificiale creato dall’uomo all’interno della villa, con il paesaggio naturale e spontaneo, oltre il muro, senza l’impressione al visitatore di una delimitazione tra interno ed esterno.

Il giardino romantico di Pietro Quaglia. Nel 1863, massimo momento storico di espressione di patriottismo italiano, Pietro Quaglia disegnò per i Manin una nuova configurazione del giardino, dove nello spazio centrale descrive la forma dello stivale della penisola italiana; allo stesso tempo il giardino diventa anche un bel esempio di giardino romantico. Quaglia nasconde, mediante alberi lungo il lato della pianta dello stivale, il collegamento visuale ed ottico della cinta muraria con le sue porte barocche, i riferimenti assiali tra la villa e le porte stesse. Inoltre, introduce, quale nuovo elemento paesaggistico che Quaglia introduce nel giardino, rievocando la linea delle Alpi sull’orizzonte, il Lago dell’Olimpo con le sue conifere, collocato sul margine settentrionale che fa da sfondo alle montagnole artificiali barocche.

This post is also available in: English (Inglese)

Contatti

Piazza dei Dogi 7, Passariano - 33033 Codroipo(UD)

0432 822111

Altre info

1,00 euro.

L'orario di apertura del Parco di Villa Manin varia a seconda del tramonto e secondo gli orari delle mostre ospitate in Villa Manin. Durante i mesi in cui vige l'ora solare, il parco chiude alle ore 18.00; mentre durante i mesi di ora legale chiude alle ore 17.00.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione per fornirti una esperienza di navigazione personalizzata