This post is also available in: English (Inglese)

La Villa Pesenti Agliardi si trova sulle colline del bergamasco. E’ il risultato di diverse trasformazioni le più importanti delle quali si devono all’architetto Leopold Pollack, per volere del conte Pietro Pesenti, nel 1798. Nel 1826 la villa divenne di proprietà di Marianna Agliardi, nipote di Pesenti. La ristrutturazione, in stile neoclassico, interessò sia la villa sia il parco che l’attornia. La villa è un complesso a pianta a C. Gli interni e il monumentale scalone sono affrescati con decorazioni di D. Ghislandi e V. Bonomini e papiers peints, raffiguranti scene di caccia e fantasiose visioni di Parigi e Istanbul. Il parco costituisce un’importante testimonianza paesaggistica e si ispira ai temi della residenza: l’Agricoltura e l’Ospitalità, temi descritti in facciata con motti latini e impersonati da statue che si trovano sulle testate delle ali dell’edificio. Il progetto paesaggistico definito dal Pollack fu rivisto nel XIX secolo con aggiunte e trasformazioni. Rimane traccia del progetto nei disegni esposti all’interno della residenza. Il conte Paolo Agliardi, all’inizio dell’Ottocento, completò lavori che erano rimasti incompiuti. Fece costruire la Casa dell’Ortolano, il Tempietto del Silenzio e una Limonaia. A fine secolo il nuovo proprietario della villa, il Conte Giovanni Battista Agliardi, proseguì i lavori sul giardino con nuovi impianti arborei di essenze autoctone.

LE PIANTE
Tra queste, ancor oggi visibili le sequoie giganti (Sequoiadendron giganteum), un secolare cedro del Libano (Cedrus Libani) e uno stupendo carpino bianco (Carpinus alba) la cui forma è frutto di una particolare potatura che, probabilmente, il Pollack intendeva usare per una parte dei tremila carpini inizialmente comprati per formare il giardino da lui progettato. Nel parco, lungo i percorsi e i camminamenti, si trovano diversi monumenti: si ricordano la cappella e un obelisco posti in asse alla residenza. Il tutto è attorniato dalla cornice scenografica delle grandi piante interposte a parti a prato.

This post is also available in: English (Inglese)