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Villa Valmarana ai Nani è una villa veneta situata nelle vicinanze di Vicenza, sulle falde del Monte Berico, celebre per gli affreschi di Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico. Fu fatta costruire nel 1669 dall’avvocato Giovanni Maria Bertolo, che la lasciò in eredità alla figlia monaca del monastero padovano di Ognissanti. Nel 1715 Giustino Valmarana acquistò la Villa direttamente dal monastero. Si devono a quest’ultimo i lavori di ampliamento e il coinvolgimento dell’architetto Francesco Muttoni nel restauro della villa, il quale apportò molte delle modifiche che si vedono attualmente, come gli ingressi alla palazzina principale, l’ampliamento della foresteria e le scuderie.
Ancora oggi la villa è la residenza della famiglia nobiliare dei Valmarana.

LA VILLA E IL GIARDINO
La Villa è un sito architettonico e artistico composto da tre edifici, la palazzina, la foresteria e la scuderia, circondate da un grande parco d’epoca, disegnato per rispondere ai diversi gusti estetici: dal giardino all’italiana con la colombaia e il pozzo, alla passeggiata tra i carpini, alla pagoda nel bosco.
La palazzina e la foresteria furono affrescate da Giambattista e Giandomenico Tiepolo nel 1757, i quali si ispirarono ai quattro maggiori poemi cari al Settecento, in quanto legavano l’antico al moderno, la Grecia e Roma al grande Rinascimento italiano. In particolare la palazzina principale ripercorre temi mitologici e classici e scene dell’epopea antica e moderna, con episodi dell’Iliade, dell’Eneide, della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso e dell’Orlando furioso dell’Ariosto. La foresteria invece presenta uno stile più moderno, che richiama l’Illuminismo, con scene di vita quotidiana.
La Villa prende il nome dalle statue dei 17 nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino, ora disposti sul muro di cinta che circonda la proprietà, tra cui sono riconoscibili alcuni espliciti rinvii al teatro dei burattini e alla commedia dell’arte.
Tra la foresteria e la palazzina si trova un giardino all’italiana con esempi di arte topiaria che circonda il pozzo e la colombaia affrescata. Dalla doppia carpinata dietro alla palazzina si arriva a un piccolo ninfeo d’epoca che racchiude una statua di Tritone, figlio di Nettuno.

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