Villa Welsperg
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Villa Welsperg, edificata nel 1853, fu in passato la dimora dei Conti Welsperg. Attualmente è la sede dell’Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino (vedere scheda relativa) ed ospita uffici tecnico – amministrativi e il Centro visitatori.
E’ formata da tre diverse strutture, attorniate da un giardino situato in prossimità di un prato – pascolo di considerevoli dimensioni: la villa vera e propria; la chiesetta sconsacrata e sede di esibizioni e mostre provvisorie; un grande fienile adibito, in seguito ad un attento restauro, a sala congressi con una capienza di circa 100 persone. Dirimpetto a questo si trova un orto officinale che raccoglie la specie curative utilizzate abitualmente in passato.
Al complesso si accede attraverso un viale che ospita un faggio monumentale (Fagus sylvatica) di circa 300 anni d’età, ippocastani (Aesculus hippocastanum) e tigli ultracentenari, i più grandi dei due furono messi a dimora per la famiglia Welsperg.
Un esemplare di tiglio “selvatico” (Tilia cordata), dalle foglie scure e piccole e dalla fioritura precoce, l’altro è il tiglio nostrano (Tilia platyphyllos), dalle foglie chiare e grandi, a fioritura più tardiva.
Nei pressi della villa si trova il Lago di Forte Buso, ricco di specie acquatiche. La bellezza di questo luogo, che ha come cornice la Pale di San Martino, è incrementata dal “quadrato” delle Betulle e dal giardino delle rose antiche e delle felci.
LA CURIOSITA’
Per tradizione in Trentino con i fiori di tiglio si producono gustose tisane, utili contro le malattie da freddo;le foglie più tenere sono mangiate in insalata o date come foraggio al bestiame; dai frutti si ricavare un delicato olio e, con l’aiuto delle api, viene prodotto un miele dal gusto estremamente piacevole.
Le qualità emollienti e disintossicanti di questi alberi sono note sin dai tempi antichi, a tal punto da utilizzarli per abbellire le piazze dei paesi, castelli, giardini poiché ritenuti dei “grandi guaritori”. Non di rado nelle loro vicinanze venivano organizzate le più importanti riunioni cittadine, poiché si riteneva aiutassero a prendere le giuste decisioni. Conosciuto ed ancora visibile “il banco de la reson” di Cavalese, dove un piccolo tavolo di forma circolare è attorniato da Tigli di dimensioni considerevoli.
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