Zona di Salvaguardia dei Boschi e delle Rocche del Roero
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La Zona di Salvaguardia dei Boschi e delle Rocche del Roero si trova nel Monferrato; il suo paesaggio è caratterizzato da alternanza di colture agricole e boschi, tra i più estesi e variati del territorio.
Nei fondovalle, nei luoghi più umidi, crescono boschi di ontani e olmi, e talvolta faggio (Fagus sylvatica), mentre in quelli più asciutti vi sono boschi di farnia (Quercus robur), carpino bianco (Carpinus betulus), tiglio selvatico, ciliegio selvatico (Prunus avium) e frassino (Fraxinus ornus). Si tratta di residui dei boschi mesofili planiziali, segnalati tra gli habitat di interesse comunitario dalla Direttiva 92/43/CEE.
Sulle alture crescono boschi riferibili al Quercetalia-robori-petraeae in cui domina la rovere Quercus robur); nei luoghi più asciutti compare il pino silvestre (Pinus sylvestris), il cerro (Quercus cerris) e la roverella (Quercus pubescens); in questi boschi sono alcune specie submediterranee, tra cui ciavardello (Sorbus torminalis), il corniolo (Cornus mas) e la lantana (Viburnum lantana).
Nei querceti e nei vigneti ricompaiono le brughiere con felce aquilina (Pteridium aquilinum) e Molinia caerulea, quest’ultima talvolta accompagnata da Gladiolus palustris, specie rara e protetta. Negli impluvi e come invasiva sui terreni più fertili è diffusa la robinia (Robinia pseudoacacia), un tempo utilizzata per produrre paleria per la vite. Nel territorio cresce anche il pino silvestre (Pinus sylvestris), che un tempo costituiva veri e propri boschi; molto sfruttato per il legname e per le fornaci di mattoni, si è poi fortemente ridotto.
Complessivamente sono 30 le specie floristiche a protezione assoluta ai sensi della Legge regionale 32/82 rinvenute nel territorio del Roero. Particolare interesse rivestono la presenza del cappero (Capparis sativa) e di altre essenze mediterranee quali Chrithmum maritimum, Centranthus ruber, Opuntia compressa, Anthirrimum spp. Si rinvengono inoltre l’elleborina di palude (Epipactis palustris), la genziana palustre (Gentiana pneumonanthe) e di Antennaria dioica, e il raro fior di stecco (Daphne mezereum).
Numerosi gli stagni, le peschiere e le paludi, che derivano principalmente da piccoli bacini artificiali realizzati nei secoli scorsi presso le cascine, per esigenze di irrigazione: oltre ad ospitare una interessante vegetazione acquatica ed igrofila, sono importanti per la fauna, in particolare ospitano alcuni rari chirotteri.
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