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Il Parco dell’Antola è sicuramente una delle aree di maggior pregio paesaggistico, ambientale ma anche culturale dell’entroterra genovese e dell’Appennino ligure. Il territorio confina a nord con il Piemonte, ad est con l’Emilia-Romagna ed è facilmente raggiungibile anche dalla provincia di Pavia.
Comprende le due vallate Scrivia e Trebbia, le quali presentano aspetti geomorfologici molto differenti, passando da formazioni rocciose come il conglomerato di Savignone, ai pendii più dolci del calcare marnoso dell’Antola. L’area protetta presenta una notevole varietà di ambienti: valli e vette panoramiche, boschi, pascoli e radure; versanti rocciosi a strapiombo, corsi e bacini ricchi d’acqua.

Meravigliose fioriture selvatiche si susseguono nell’Antola nel corso delle stagioni, tra cui narcisi, arnica, botton d’oro e maggiocionodolo. Altrettanto ricca la fuana: addentrandosi lungo i sentieri è facile incontrare tanti animali, fra cui scoiattoli, danini, martin pescatori, poaine, salamndra e tanti altri.

All’interno del Parco è possibile praticare attività sportive e del tempo libero grazie alla fitta rete di itinerari escursionistici (270 Km di sentieri, quasi tutti segnati F.I.E.): equitazione; canoa, lungo i maggiori corsi d’acqua della Val Trebbia e Valle Scrivia; arrampicata sportiva ed alpinismo (nel comprensorio delle Rocche del Reopasso); mountain-bike e ciclismo; parapendio, deltaplano (M.te Maggio); pesca sportiva; passeggiate invernali con sci da fondo e alpinismo lungo l’intero crinale dell’Antola. Inoltre, a 1460 metri di quota, in prossimità della località Casa del Romano, sorge l’Osservatorio Astronomico del Parco dell’Antola: dottato di un modernissimo telescopio, di un planetario di ultima generazione e una sala multimediale, propone un ricco programma di visite ed eventi, sia di giorno che di notte. Numerose le costruzione antiche, testimonanzia del lungo passato di queste valli: castelli, tra cui il magnifico Castello delle Pietra e il  Castello di Senarega, memorie delle lotte dei signori del luogo assicurarsi il controllo delle “Vie del sale” che passavano per queste valli.

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