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Il Castello di San Pelagio si trova nel comune di Due Carrare, in provincia di Padova, ed è conosciuto anche con il nome di Villa Zaborra, dal nome dei conti Zaborra che ne sono i proprietari dal 1700, ed è immerso in un grande parco articolato in diverse aree. Dal 1980 è adibito a “Museo dell’Aria e dello Spazio” in omaggio a Gabriele d’Annunzio che da qui partì con la sua squadriglia aerea veneta per lanciare su Vienna i volantini che invitavano alla resa.

IL CASTELLO
Il corpo centrale è costituito da una torre medievale del Trecento con merlature ancora intatte. All’interno delle sale è ospitato il “Museo dell’aria”, una collezione di oltre 300 modelli di aerei, dirigibili, mongolfiere, divise d’epoca, manichini e motori che ripercorrono la storia del volo dalla mitologia ai giorni nostri. Il museo dedica ampio spazio anche alla conquista dello spazio, esponendo ad esempio la “Vela solare”, un’astronave sperimentale costruita dagli ingegneri dell’Università di Padova, e le immagini della sonda spaziale Giotto. Rimane tutt’oggi l’unico in Europa per la sua collezione aeronautica.

IL PARCO
Il parco si articola in un giardino principale, un giardino segreto, splendidi esemplari di carpini centenari, un brolo (antico nome per indicare un orto o un frutteto per lo più cinto da muri o siepi), una peschiera e una ghiacciaia. La geometria è quella antica: uno spazio suddiviso in quattro aiuole, attorno alle quali fioriscono le rose, mentre lungo il perimetro interno del giardino fioriscono gelsomini, ortensie e clematidi, tra cui quella spettacolare chiamata Armandii che si arrampica su una vecchia catalpa fino ad un’altezza di circa 6 m.
Importante è la collezione di rose antiche ed inglesi ed una antica vasca termale risalente all’epoca tardo romana venuta alla luce durante i lavori di restauro. Tra le piante più antiche una Lagestroemia indica risalente al 1700, un Populus alba piantumato nei primi anni dell’800 e molti carpini (Carpinus betulus) centenari.
Nel 2000 è stato realizzato un labirinto verde di 1200 mq, per raccontare il mito del volo di Icaro, riprendendo l’importante funzione dei labirinti delle ville venete, e nel 2007 un secondo labirinto volto a sottolineare il concetto dannunziano di “doppio”.

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