Broccolo di Torbole

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Importato dal Veronese intorno alla metà del XVIII secolo, trovò nelle campagne di Torbole e di Santa Massenza un habitat ideale che non trova uguali nel resto del territorio trentino. Tutte le varietà di verdura che, grazie al clima mediterraneo, qui trovano terra fertile per la loro coltivazione, spicca il broccolo di Torbole (Brassica oleracea “Botrytis”), importato dal veronese già nel XVII secolo e da poco promosso come Presidio Slow Food.

Reso unico dal Pelèr, forte vento che soffia da nord e che impedisce la formazione di ghiaccio e brina, evitando che il “fiore” si rovini, matura a partire dai primi di novembre, fino ad aprile inoltrato. Ha un’infiorescenza a corimbo simile ad una palla, di colore giallognolo, detta “brocola”, piccola, mediamente 4, 5 etti, ma anche le foglie più interne sono commestibili. Nota per il sapore dolce e delicato, si consuma lesso o crudo, a tocchetti ed è squisito accompagnato a carne salata, selvaggina, maiale e pesce lesso o fritto.

Se lasciata crescere, la pianta raggiunge quasi 1 metri di altezza, riempiendosi di fiori gialli. I semi, di un colore rosso scuro, vengono messi a coltura verso la fine di giugno e protetti dall’eccessiva insolazione con stuoie, frequentemente bagnate. Le piantine sono pronte al trapianto dopo un mese, quando hanno 5 o 6 foglie, e la loro messa a dimora in pieno campo viene eseguita ancora in modo manuale.

Il broccolo cresce rapidamente e senza cure particolari, se non quella di essere innaffiato con regolarità nelle prime settimane dopo il trapianto.

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Trento(TN)

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